mercoledì 22 giugno 2011

IL MISTERO DELLA MORTE

Concilio Vaticano II

In faccia alla morte l'enigma della condizione umana diventa sommo.
 L'uomo non solo si affligge al pensiero del dolore e della progressiva dissoluzione ,del corpo, ma anche,ed anzi più ancora, per il timore che tutto finisca per sempre. Ma con ,l'istinto del cuore giudica rettamente, quando aborrisce e respinge l'idea di una totale rovina e di un annientamento definitivo della sua persona. Il germe dell'eternità che porta in sé, irriducibile com'è alla sola materia, insorge contro la morte. Tutti i tentativi della tecnica, per quanto utilissimi, non riescono a calmare le ansietà dell'uomo: il prolungamento della longevità biologica non può soddisfare quel desiderio di vita ulteriore che sta invincibile dentro il suo cuore.
Se qualsiasi immaginazione vien meno di fronte alla morte, la Chiesa invece, istruita dalla Rivelazione divina, afferma che l'uomo è stato creato da Dio per un fine di felicità, oltre i confini della miseria terrena. Inoltre, la fede cristiana insegna che la morte corporale dalla quale l'uomo sarebbe stato esentato se non avesse peccato, saràvinta, quando l'uomo sarà restituito allo stato perduto per il peccato, dall'onnipotenza e dalla misericordia del Salvatore. Dio, infatti, ha chiamato e chiama l'uomo a stringersi a Lui con tutto il suo essere in una comunione perpetua con la incorruttibile vita divina. Questa vittoria l'ha conquistata Ì'I Cristo risorgendo alla vita, dopo aver liberato l'uomo dalla morte mediante la sua morte. Pertanto la fede, offrendosi con solidi argomenti a chiunque voglia riflettere, dà una risposta alle sue ansietà circa la sorte futura; e al tempo stesso dà la possibilità di comunicare in Cristo con i propri cari già strappati dalla morte, dando la speranza che essi abbiano già raggiunto la vera vita presso Dio...
Il cristiano certamente è assillato dalla necessità e dal dovere di combattere contro il male attraverso molte tribolazioni e di subire ,la morte; ma, associato al mistero pasquale, reso conforme a Cristo nella sua morte, andrà incontro alla risurrezione confortato dalla speranza. E ciò non vale solamente per i cristiani, ma anche per tutti gli uomini di buona volontà, nel cui cuore lavora invisibilmente la grazia. Cristo infatti è morto per tutti e la vocazione ultima dell'uomo è effettivamente una sola, quella divina. Perciò dobbiamo ritenere che lo Spirito Santo dia a tutti la possibilità di essere associati - nel modo che Dio conosce - al mistero pasquale.
Tale e così grande è il mistero dell'uomo, che brilla agli occhi dei credenti attraverso la Rivelazione cristiana. Per Cristo e in Cristo si illumina quell'enigma del dolore e della morte, che al di fuori del suo Vangelo, ci opprime. Il Cristo è risuscitato, distruggendo la morte con la sua morte e ci ha fatto dono della vita, perché anche noi, diventando figli col Figlio, possiamo gridare nello Spirito: Abba, Padre!

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