La Chiesa è insieme città terrena e città celeste. Tale
compenetrazione di due mondi diversi non può certo essere percepita se non con
la fede; resta, anzi, il mistero della storia umana, che è turbata dal peccato
fino alla piena manifestazione dello splendore dei figli di Dio.
La Chiesa, certo, perseguendo il suo proprio fine di
salvezza, non solo comunica all'uomo la vita divina, ma anche diffonde la sua
luce con ripercussione, in qualche modo, su tutto il mondo, soprattutto per il
fatto che risana ed eleva la dignità della persona umana, consolida la
compagine della umana società, e immette nel lavoro quotidiano degli uomini un
più profondo senso e significato. Così la Chiesa, con i singoli suoi membri e
con tutta intera la sua comunità, crede di poter contribuire molto a rendere più
umana la famiglia degli uomini e la sua storia.
La Chiesa, nel dare aiuto al mondo, come nel ricevere molto
da esso, a questo soltanto mira: che venga il regno di Dio e si realizzi la
salvezza dell'intera umanità. Tutto ciò che di bene il popolo di Dio può
offrire all'umana famiglia, nel tempo del suo pellegrinaggio terreno,
scaturisce dal fatto che la Chiesa è l'universale sacramento della salvezza,
che svela e insieme realizza il mistero dell'amore di Dio verso l'uomo.
Infatti il Verbo di Dio, per mezzo del quale tutto è stato
creato, si è fatto egli stesso carne, per operare, lui l'uomo perfetto, la
salvezza di tutti e divenire il centro di convergenza di tutte le cose. Il
Signore è il fine della storia, il punto focale dei destini dei popoli e delle
loro culture, il perno della vicenda umana, la gioia d'ogni cuore, la pienezza
delle loro aspirazioni. Egli è colui che il Padre ha risuscitato dai morti, ha
esaltato e collocato alla sua destra, costituendolo giudice dei vivi e dei
morti. Noi, vivificati e unificati dal suo Spirito, siamo in cammino verso la
finale perfezione della storia umana, che corrisponde in pieno al disegno del
suo amore di «ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come
quelle della terra» (Ef 1,10).
Dice il Signore stesso: «Ecco, io verrò presto, e porterò
con me il mio salario per rendere a ciascuno secondo le opere sue. Io sono
l'alfa e l'omega, il primo e l'ultimo, il principio e la fine» (Ap 22,12-13).
Dalla Costituzione pastorale «Gaudium et spes» del Concilio ecumenico Vaticano II sulla Chiesa nel mondo contemporaneo (Nn. 40.45)
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