Dal «Commento al Cantico dei cantici» di san Gregorio di
Nissa, vescovo
(Cap. 2; PG 44,802)
Dove vai a pascolare, o buon Pastore, tu che porti sulle
spalle tutto il gregge? Quell'unica pecorella rappresenta infatti tutta la
natura umana che hai preso sulle tue spalle. Mostrami il luogo del riposo,
conducimi all'erba buona e nutriente, chiamami per nome, perché io, che sono
pecorella, possa ascoltare la tua voce e con essa possa avere la vita eterna:
«Mostrami colui che l'anima mia ama» (Ct 1,6 volg.).
Così infatti ti chiamo, perché il tuo nome è sopra ogni nome
e ogni comprensione, e neppure tutto l'universo degli esseri ragionevoli è in
grado di pronunziarlo e di comprenderlo. Il tuo nome, dunque, nel quale si
mostra la tua bontà, rappresenta l'amore della mia anima verso di te. Come
potrei infatti non amare te, quando tu hai tanto amato me? Mi hai amato tanto
da dare la tua vita per il gregge del tuo pascolo.
Non si può immaginare un amore più grande di questo. Tu hai
pagato la mia salvezza con la tua vita.
Fammi sapere, dunque, dove ti trovi (cfr. Ct 1,7), perché io
possa trovare questo luogo salutare e riempirmi di celeste nutrimento, poiché
chi non mangia di esso, non può entrare nella vita eterna. Fa' che accorra alla
fonte fresca e vi attinga la divina bevanda, quella bevanda che tu offri a chi
ha sete. Fa' che l'attinga come dalla sorgente del tuo costato aperto dalla
lancia. Per chi la beve, quest'acqua diventa una sorgente che zampilla per la
vita eterna (cfr. Gv 4,14).
Se tu mi ammetti a questi pascoli, mi farai riposare
sicuramente al meriggio, quando, dormendo in pace, riposerò nella luce che è
senz'ombra. Davvero il meriggio non ha ombra, quando il sole splende
verticalmente. Nel meriggio tu fai riposare coloro che hai nutrito, quando
accoglierai con te nelle tue stanze i tuoi figli. Nessuno però è stimato degno
di questo riposo meridiano se non è figlio della luce e figlio del giorno.
Colui che si è tenuto ugualmente lontano dalle tenebre della
sera e del mattino, cioè dal male con il suo inizio e la sua fine, questi viene
posto dal sole di giustizia nel «meriggio», perché in esso possa riposare.
Spiegami dunque come bisogna riposare e pascere, e quale sia
la via del riposo «meridiano», perché non avvenga che mi allontani dalla guida
della tua mano per l'ignoranza della verità, e mi unisca invece a greggi
estranei.
Queste cose dice la sposa dei cantici, tutta sollecita della
bellezza che le è venuta da Dio e desiderosa di comprendere in qual modo la
felicità le possa durare per sempre.
Responsorio Sal
26,4,13; Fil 1,21
R. Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita. * Sono certo di
contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi.
V. Per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno.
R. Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella
terra dei viventi.
Nessun commento:
Posta un commento