Dai «Discorsi» di san Pietro Crisòlogo, vescovo
(Disc. 160; Pl 52, 620-622)
Benché nel mistero stesso dell'Incarnazione del Signore i
segni della sua divinità siano stati sempre chiari, tuttavia la solennità
odierna ci manifesta e ci svela in molte maniere che Dio è apparso in corpo
umano, perché la nostra natura mortale, sempre avvolta nell'oscurità, non
perdesse, per ignoranza, ciò che ha meritato di ricevere e possedere per
grazia.
Infatti colui che ha voluto nascere per noi, non ha voluto
rimanere a noi nascosto; e perciò si manifesta in questo modo, perché questo
grande mistero di pietà non diventi occasione di errore.
Oggi i magi, che lo ricercavano splendente fra le stelle, lo
trovano che vagisce nella culla. Oggi i magi vedono chiaramente, avvolto in panni,
colui che tanto lungamente si accontentarono di contemplare in modo oscuro
negli astri. Oggi i magi considerano con grande stupore ciò che vedono nel
presepio: il cielo calato sulla terra, la terra elevata fino al cielo, l'uomo
in Dio, Dio nell'uomo, e colui che il mondo intero non può contenere, racchiuso
in un minuscolo corpo.
Vedendo, credono e non discutono e lo proclamano per quello
che è con i loro doni simbolici. Con l'incenso lo riconoscono Dio, con l'oro lo
accettano quale re, con la mirra esprimono la fede in colui che sarebbe dovuto
morire.
Da questo il pagano, che era ultimo, è diventato primo,
perché allora la fede dei gentili fu come inaugurata da quella dei magi.
Oggi Cristo è sceso nel letto del Giordano per lavare i
peccati del mondo. Lo stesso Giovanni attesta che egli è venuto proprio per
questo: «Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo» (Gv
1, 29). Oggi il servo ha tra le mani il padrone, l'uomo Dio, Giovanni Cristo;
lo tiene per ricevere il perdono, non per darglielo.
Oggi, come dice il Profeta: «La voce del Signore è sulle
acque» (cfr. Sal 28, 23). Quale voce? «Questi è il Figlio mio prediletto, nel
quale mi sono compiaciuto» (Mt 3, 17).
Oggi lo Spirito Santo si libra sulle acque sotto forma di
colomba, perché, come la colomba di Noè aveva annunziato che il diluvio
universale era cessato, così, a indicazione di questa, si comprendesse che
l'eterno naufragio del mondo era finito; e non portò come quella un ramoscello
dell'antico ulivo, ma effuse tutta l'ubertosità del nuovo crisma sul capo del
nuovo progenitore, perché si adempisse quanto il Profeta aveva predetto:
«Perciò Dio, il tuo Dio, ti ha consacrato con olio di letizia a preferenza dei
tuoi eguali» (Sal 44, 8).
Oggi Cristo dà inizio ai celesti portenti, cambiando le
acque in vino; ma l'acqua doveva poi mutarsi nel sacramento del sangue, perché
Cristo versasse, a chi vuol bere, puri calici dalla pienezza della sua grazia.
Si adempiva così il detto del Profeta: «Com'è prezioso il mio calice che
trabocca! » (cfr. Sal 22, 5).
Nessun commento:
Posta un commento