Quando son lunghe le
giornate, a maggio
mi piace dolce canto
d'uccelli di lontano,
e quando me ne sono dipartito
mi rimembro
un amore di lontano.
Vado crucciato in cuore ed avvilito,
sì
che canto né fior di biancospino.
M'aggrada più
dell'inverno gelato.
Giammai d'amore non
prenderò gioia
se non di quest'amore di lontano,
ché più
bella non so, né più valente,
in nessun luogo, vicino o
lontano.
Tanto suo pregio è verace e perfetto
che laggiù, nel
reame dei Saraceni,
io bramerei, per lei, essere schiavo.
Triste e gioioso me ne
partirò,
se vederlo mai possa, l'amore di lontano,
ma non so
quando alfine lo vedrò,
ché i nostri paesi son troppo
lontano:
lungo è il viaggio, per terra e per mare,
e non posso
perciò far previsioni;
ma così sia tutto come Dio vuole.
Ben conoscerò gioia,
quando le chiederò
per amore di Dio l'ospizio di lontano,
e se
a lei piace, sarò ospitato
vicino a lei, benché sia di lontano.
Allora si parranno i cortesi conversari,
quando amante lontano
sarà così vicino
che di belle parole godrà conforto.
Ben tengo per verace il
Signore
per cui vedrò l’amore di lontano;
ma per un bene
che me ne tocca,
soffro due mali, tanto m’è lontano.
Ah!
foss’io là pellegrino,
sì che il mio bordone e il mio
saio
fossero mirati dai suoi occhi belli.
Dio che tutto creò quanto
viene e va
e formò questo amore di lontano,
mi dia, potere
come io ne ho volere
che veda questo amore di lontano,
per
davvero, e così intimamente
che la camera e il giardino
abbiano
sempre a sembrarmi una reggia.
Dice il vero chi ghiotto
mi chiama
e bramoso d'amore di lontano:
niun'altra gioia tanto
mi piace.
Come gioire d'amore di lontano.
Ma ciò che vorrei
m'è negato,
ché tal sorte gettò su me il mio padrino:
ch'io
amassi senz'essere amato.
Ma ciò che vorrei m'è
negato.
Maledetto sia sempre il padrino
che mi gettò la sorte
di non essere amato.
Jaufre Rudel
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