Un immagine
Chiunque conosca un poco la vita degli uccelli, sa
che tra l’ oca selvatica e quella
domestica , per quanto sian differenti, c’è una specie d’intesa.
Quando lo stormire delle selvatiche si annunzia nell’aria, le domestiche da terra
l’avvertono subito, e ne comprendono fino ad un certo punto il significato: si
mettono a sbattere le ali, stridono e svolazzano in disordine per un tratto… e
poi tutto è finito!
C’era una volta un’oca selvatica. Sul declinare
dell’autunno, al tempo della partenza
per la migrazione, essa scorse in terra un gruppo di oche domestiche; si
affezionò a loro e le sembrava un peccato doverle abbandonare; sperava di
guadagnarle alla sua vita, e che così si sarebbero risolte a prendere con lei
il volo per regioni lontane.
A questo fine si adoperava in tutti i modi per
persuaderle ad allenarsi al volo e a volare sempre più in alto, affinchè
potessero seguirla nel cielo fuggendo a quella vita mediocre di rispettabili
oche domestiche razzolanti per terra.
Da principio le oche domestiche trovarono che il
gioco era divertente; l’oca selvatica piaceva. Ma ben presto si stufarono e
diedero in parole risentite, la ripresero come una stupidona fantastica,
inesperta e scriteriata, Ma ahimè, l’oca selvatica si era ormai
disgraziatamente familiarizzata troppo con le oche domestiche; esse avevano
preso potere su di essa, così che quelle parole l’impressionarono: e summa summarum l’oca finì per diventare
un’oca domestica.
Se in un certo senso era un bel progetto quello
accarezzato dall’oca selvatica, tuttavia il suo fu uno sbaglio; perché la legge è che l’oca
domestica non può mai trasformarsi in selvatica, mentre una selvatica può benissimo
diventare domestica.
Benché il tentativo dell’oca selvatica fosse in
qualche modo encomiabile, essa avrebbe dovuto anzitutto badare assolutamente a
una cosa, a conservare cioè se stessa; appena s’accorgeva che le domestiche
prendevano potere su di lei; allora…via, via subito in volo, con lo stormo
delle altre selvatiche. Egualmente per il genio; l’oca domestica non può mai
trasformarsi in selvatica, piuttosto viceversa un’oca selvatica può diventare
un’oca domestica.
Perciò stai bene all’erta!
Ma nella vita cristiana non è così. Certamente in
vero cristiano, colui che vive la vita dello spirito, è diverso dall’uomo
comune;
come l’oca selvatica è diversa dalle oche domestiche.
Ma il cristianesimo insegna precisamente cosa un uomo può “diventare” nella
vita.
Qui c’è dunque speranza che un oca domestica possa
diventare un’oca selvatica; perciò tu
resta con loro, rimani pure con queste oche domestiche, intento a una sola
cosa, a guardarli per poterli trasformare. Ma, per l’amor di Dio, bada bene a
una cosa: appena t’accorgi che le oche domestiche cominciano ad avere un potere
su di te, via, via subito con lo stormo. Perché alla fine anche
tu, alla stregua delle oche domestiche, non ti senta felice nella miseria.
Soren Kierkegaard
Diario vol. 3 pag. 143
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