Tu non sei un motore immobile :
sei un motore che si muove, e proprio perché il moto è in Te puoi trasmetterlo a noi.
Tu sei il dio dell’essere e il Dio del divenire, il Dio dell’evento e del fatto perché il tuo essere è un continuo farsi Tu non sei ciò che sei, in una eterna immobilità, ma divieni ciò che sei, in un eterno moto; Tu divieni ciò ciò che diventi, in un farTi senza inzio né termine, né soste.
Per questo la tua vita è il vivere.
E questo evento perenne che è il tuo vivere è il rapporto che tu intrattieni con Te stesso. Tu sei il Dio che parla. Eppure sei anche il silenzio: ma non un silenzio muto. Il tuo silenzio è la parola, è il Verbo che Ti dice totalmente perché Tu, Padre , dici a Lui totalmente Te stesso. Te, è pieno della tua comunità e del tuo dialogo immanente. Tu sei un Dio che conosce l’Altro e alberga l’Altro entro di sé; e l’Altro è ancora se stesso, nella esperienza unica di un’alterità e di una comunione che pienamente combaciano.Tu sei un Dio che parla.
Tu sei un Dio che ascolta e alberga in sé l’alterno moto del dare e del ricevere.
Tu esisti e vivi perché sei in rapporto con Te stesso; ed è il tuo interno discorrere che costituisce le tue Persone, le fa sussistere nel loro reciproco incontrarsi.
Tu sei il dio dell’incontro.
Tu sei uno ma non sei monolitico.
Tu sei articolato e la tua unità nasce dal pluralismo.
Oh, si, Signore; per essere uno hai dovuto essere più di uno: una pluralità una comunità, una comunicazione, una comunione.
Tu conosci la crisi, una crisi a puro livello metafisico, subitamente risolta in un attimo solo e senza spazio, ma che ci insegna come ha valore ciò che è provato e conquistato.
Tu Dio, hai conquistato Te stesso.
La Trinità è la crisi di una facile e falsa unità è la dialettica che cementa la comunione.
Tu conosci la povertà.
Tu conosci l’ospitalità,
tu versi eternamente e totalmente una persona nell’altra.
Il tuo vivere è il perenne svuotarsi e riempirsi di Te stesso.
Tu sei un eterno pellegrino, in cerca di accoglienza e sei anche colui che Ti accoglie.
Tu sei l’ospite che bussa alla porta e l’ospite che apre.
Nella tua immisurabile distanza Tu, Dio, sei fatto come noi e noi ci hai fatti come Te.
Dio in perenne crisi e in perenne catarsi, Dio del divenire e del vento, dell’ascolto, del dialogo, del dare e del ricevere, del pluralismo, del dinamismo, del rapporto; Dio povero e ospitale, pellegrino e accogliente:
Tu sei veramente il nostro Dio e il nostro modello esistenziale.
Tu ci insegni che la vera unità è quella che si costruisce sulla pluralità e che il vero silenzio è denso di parola.
Ci insegni che non si vive da soli e che non c’è l’io senza il tu.
Ci insegni ad uscire da noi stessi e ad accogliere l’altro perché è in questo perderci che ci troviamo nell'altro e l’altro in noi.
Tu ci insegni l’ascolto e l’accoglienza, ci fai la grazia del dare e del ricevere. Oh Dio, nostro modello, rendici di più tua immagine!
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