Il Figlio dell'uomo non e
venuto per essere servito ma per servire e dare la sua vita in riscatto per
molti (Mt 20,28). Ecco come il Signore ha servito, ecco quali servi esige che
noi siamo. Diede la sua vita in riscatto per molti: ci ha redento.
Chi di noi è capace di
redimere qualcuno? Noi siamo stati redenti per mezzo del suo sangue e riscattati
da morte per mezzo della sua morte e della sua umiltà, noi che eravamo
prostrati, siamo Stati innalzati; ma anche noi dobbiamo portare la nostra
piccola parte alle sue membra. Egli è la testa, noi il corpo.
Anche l'apostolo Giovanni
nella sua lettera ci rivolge l'esortazione a seguire l'esempio del Signore.
Cristo aveva detto: Colui che vorra essere il prinio tra voi, sifara vostro
schiavo; appunto come il Figlio dell'uomo, che non e venuto per essere servito,
ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti (Mt 20,2728). t questo
il modello che l'apostolo ci consiglia di seguire quando dice: Egli ha dato la
sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli (I Gv
3,16).
Il Signore, dopo aver
espresso a Pietro il mandato di pascere le sue pecorelle, rivolgendosi ancora a
lui, che, rispondendo, confessava il suo amore e condannava e ripudiava
l'antica sua pusillanimità, aggiunse: Quando eri.più giovane ti cingevi la
veste dia solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue
mani e un altro ti cingera la veste e ti portera dove tu non vuoi. Questo gli
disse per indicare con quale morte egli avi‑ebbe glorificato Dio (Gv 21,19). Gli annunziò la sua
croce, gli predisse la sua passione.
Continuando il colloquio, il
Signore gli disse: Pasci le mie pecorelle (Gv 21,16), cioè soffri per le mie
pecorelle.
Dai «Discorsi» di
sant'Agostino
(Dìscorso sulla consacrazione
episcopale, PLS 2, 639‑640)
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