Benché l'impegno di
diffondere la fede ricada su qualsiasi discepolo di Cristo in proporzione alle
sue possibilità (113) Cristo Signore chiama sempre dalla moltitudine dei suoi
discepoli quelli che egli vuole, per averli con sé e per inviarli a predicare
alle genti (114). Perciò egli, per mezzo dello Spirito Santo, che distribuisce
come vuole i suoi carismi per il bene delle anime (115), accende nel cuore dei
singoli la vocazione missionaria e nello stesso tempo suscita in seno alla
Chiesa quelle istituzioni (116) che si assumono come dovere specifico il
compito della evangelizzazione che appartiene a tutta quanta la Chiesa.
Difatti sono insigniti di una
vocazione speciale coloro che, forniti di naturale attitudine e capaci per
qualità ed ingegno, si sentono pronti a intraprendere l'attività missionaria
(117), siano essi autoctoni o stranieri: sacerdoti, religiosi e laici. Essi,
inviati dalla legittima autorità, si portano per spirito di fede e di obbedienza
presso coloro che sono lontani da Cristo, riservandosi esclusivamente per
quell'opera per la quale, come ministri del Vangelo, sono stati scelti (118), «
affinché l'offerta dei pagani sia ben accolta e santificata per lo Spirito
Santo » (Rm 15,16) .
Orbene, alla chiamata di
Dio l'uomo deve rispondere in maniera tale da vincolarsi del tutto all'opera
evangelica, « senza prender consiglio dalla carne e dal sangue » (119). Ed è
impossibile dare una risposta a questa chiamata senza l'ispirazione e la forza
dello Spirito Santo. Il missionario diventa infatti partecipe della vita e
della missione di colui che «annientò se stesso, prendendo la natura di schiavo
» (Fil 2,7); deve quindi esser pronto a mantenersi fedele per tutta la vita
alla sua vocazione, a rinunciare a se stesso e a tutto quello che in precedenza
possedeva in proprio, ed a « farsi tutto a tutti» (120).
Annunziando il Vangelo ai
pagani, deve far conoscere con fiducia il mistero del Cristo, del quale è
ambasciatore: è in suo nome che deve avere il coraggio di parlare come è
necessario (121), senza arrossire dello scandalo della croce. Seguendo
l'esempio del suo Maestro, mite e umile di cuore, deve dimostrare che il suo
giogo è soave e il suo peso leggero (122). Vivendo autenticamente il Vangelo
(123), con la pazienza, con la longanimità, con la benignità, con la carità
sincera (124), egli deve rendere testimonianza al suo Signore fino a spargere,
se necessario, il suo sangue per lui. Virtù e fortezza egli chiederà a Dio, per
riconoscere che nella lunga prova della tribolazione e della povertà profonda
risiede l'abbondanza della gioia (125). E sia ben persuaso che è l'obbedienza
la virtù distintiva del ministro di Cristo, il quale appunto con la sua
obbedienza riscattò il genere umano.
I messaggeri del Vangelo, per
non trascurare la grazia che è in loro, devono rinnovarsi di giorno in giorno
interamente nel loro spirito (126). Gli ordinari ed i superiori da parte loro
procurino di riunire in determinati periodi i missionari per rinvigorirli nella
speranza della loro vocazione e per aggiornare il ministero apostolico,
fondando anche delle case a questo scopo.
Decreto sull'attività missionaria della Chiesa Ad Gentes
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