sabato 23 giugno 2012

Tu soffri, Signore, per me


La sofferenza di Gesù non deve essere motivo di scandalo.
Il Figlio di Dio ha assunto per noi integralmente la nostra natura umana: 
“Come uomo é turbato, come uomo piange, come uomo è crocefisso" 



Cristo ha preso la mia tristezza:
non ho paura a parlare di tristezza, poiché predico la croce.
Mia è la tristezza che egli ha provato:
nessuno esulta nell’imminenza della morte.
Per  me patisce,
per  me è  triste,
per  me soffre.
Per  me e in me ha sofferto,
lui che per sé non aveva ragione di soffrire.
Tu soffri, dunque, Signore Gesù,
non per le tue, ma per le mie ferite;
non per la tua morte,
ma per la nostra infermità,
secondo la voce del profeta:
« Soffre per noi ».

(Amb. De fide, II, 7,53,55)

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