La sofferenza di Gesù non deve
essere motivo di scandalo.
Il Figlio di Dio ha assunto per noi integralmente la
nostra natura umana:
“Come uomo é turbato, come uomo piange, come uomo è
crocefisso"
Cristo ha preso la mia tristezza:
non ho paura a parlare di
tristezza, poiché predico la croce.
Mia è la tristezza che egli ha
provato:
nessuno esulta nell’imminenza
della morte.
Per me patisce,
per me è
triste,
per me soffre.
Per me e in me ha sofferto,
lui che per sé non aveva ragione
di soffrire.
Tu soffri, dunque, Signore Gesù,
non per le tue, ma per le mie
ferite;
non per la tua morte,
ma per la nostra infermità,
secondo la voce del profeta:
« Soffre per noi ».
(Amb. De fide, II, 7,53,55)
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