sabato 23 giugno 2012

Giovanni Battista, amico dello Sposo






Molto vicino alla fonte, si ergeva quel nobile cedro - voglio dire Giovanni, cugino e amico dello Sposo (cf. Gv 3,29), precursore, battezzatore e martire del Signore. Cosí, abbondantemente irrorato, divenne sí grande da non potersene trovare di tanto alti tra i nati di donna (cf. Mt 11,11). Egli era estremamente vicino al Salvatore; infatti, non solo i legami del sangue l`univano a lui e quelli dell`amicizia ne facevano il suo intimo, ma, di piú, gli si avvicinava quant`altri mai tra i mortali a causa del suo annuncio glorioso, per la novità della nascita, della sua santità quasi originale, della predicazione tanto simile, del suo potere di battezzare, e infine, della sua coraggiosa passione. Da ultimo, anche se tutto il resto mancasse e se tutti gli oracoli profetici lo passassero sotto silenzio, la sola «grazia» del suo nome che l`angelo aveva indicato prima del suo concepimento (Lc 2,21), sarebbe largamente sufficiente a testimoniare la grazia singolare che Dio li avrebbe comunicato. In effetti, per predicare la grazia di Dio, diffusa dalla Piena di grazia, era necessario un uomo pieno di grazia; era anche conveniente che la grazia brillasse in maniera straordinaria in colui che era destinato a segnare il limite tra il tempo della Legge e il tempo della Grazia. Fino a Giovanni, infatti, la Legge e i Profeti hanno profetato (Mt 11,13; cf. Lc 16,16), ed egli fu il primo a rivelare la presenza di Colui del quale la Legge e i Profeti annunciavano la venuta. Quindi, è a giusto titolo che la nascita di quel bambino (cf. Lc 1,14), concesso a genitori ormai vecchi e che veniva a predicare al mondo senescente la grazia di una nuova nascita, è a giusto titolo, dicevo, che essa fu allora per molti, come resta del pari oggi, causa di gioia. E` parimenti a giusto titolo che la Chiesa solennizza questa nascita, operata in modo mirabile dalla grazia, e di cui la natura non può non meravigliarsi. In quella nascita, infatti, essa si vede accordato in anticipo un pegno sicuro di quell`altra nascita in cui la grazia restaurò la natura. La Chiesa non si dimostra ingrata, né smemorata, essa riconosce fedelmente con quale devozione e quale riconoscenza occorre accogliere il precursore che le ha fatto conoscere il Salvatore in persona. Quanto a me, indubbiamente, con la sua nascita, mi apporta una nuova gioia quella lampada fatta per illuminare il mondo (cf. Gv 5,35), poiché è grazie a lei che ho riconosciuto la vera luce che rifulge nelle tenebre, ma che le tenebre non hanno accolto (cf. Gv 1,5). Sí, la nascita di quel bambino mi ha arrecato una gioia ineffabile, poiché essa è per il mondo una sorgente di beni tanto numerosi e grandi: difatti, egli per primo, catechizza la Chiesa, la inizia alla penitenza, la prepara con il battesimo; e cosí preparata, la rimette a Cristo e la unisce a lui; poi, avendole insegnato a vivere la temperanza, le dona, con l`esempio della sua stessa morte, la forza di andare alla morte con coraggio, e, in tutto questo, prepara al Signore un popolo perfetto (cf. Lc 1,17).

(Guerric d`Igny, Sermo I de Joan., 3 s.)


il dipinto è di karl i marko

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