Molto vicino alla fonte, si ergeva quel nobile cedro - voglio dire
Giovanni, cugino e amico dello Sposo (cf. Gv 3,29), precursore, battezzatore e
martire del Signore. Cosí, abbondantemente irrorato, divenne sí grande da non
potersene trovare di tanto alti tra i nati di donna (cf. Mt 11,11). Egli era
estremamente vicino al Salvatore; infatti, non solo i legami del sangue
l`univano a lui e quelli dell`amicizia ne facevano il suo intimo, ma, di piú,
gli si avvicinava quant`altri mai tra i mortali a causa del suo annuncio
glorioso, per la novità della nascita, della sua santità quasi originale, della
predicazione tanto simile, del suo potere di battezzare, e infine, della sua
coraggiosa passione. Da ultimo, anche se tutto il resto mancasse e se tutti gli
oracoli profetici lo passassero sotto silenzio, la sola «grazia» del suo nome
che l`angelo aveva indicato prima del suo concepimento (Lc 2,21), sarebbe largamente
sufficiente a testimoniare la grazia singolare che Dio li avrebbe comunicato.
In effetti, per predicare la grazia di Dio, diffusa dalla Piena di grazia, era
necessario un uomo pieno di grazia; era anche conveniente che la grazia
brillasse in maniera straordinaria in colui che era destinato a segnare il
limite tra il tempo della Legge e il tempo della Grazia. Fino a Giovanni,
infatti, la Legge
e i Profeti hanno profetato (Mt 11,13; cf. Lc 16,16), ed egli fu il primo a
rivelare la presenza di Colui del quale la Legge e i Profeti annunciavano la venuta. Quindi,
è a giusto titolo che la nascita di quel bambino (cf. Lc 1,14), concesso a
genitori ormai vecchi e che veniva a predicare al mondo senescente la grazia di
una nuova nascita, è a giusto titolo, dicevo, che essa fu allora per molti,
come resta del pari oggi, causa di gioia. E` parimenti a giusto titolo che la Chiesa solennizza questa
nascita, operata in modo mirabile dalla grazia, e di cui la natura non può non
meravigliarsi. In quella nascita, infatti, essa si vede accordato in anticipo
un pegno sicuro di quell`altra nascita in cui la grazia restaurò la natura. La Chiesa non si dimostra
ingrata, né smemorata, essa riconosce fedelmente con quale devozione e quale
riconoscenza occorre accogliere il precursore che le ha fatto conoscere il
Salvatore in persona. Quanto a me, indubbiamente, con la sua nascita, mi
apporta una nuova gioia quella lampada fatta per illuminare il mondo (cf. Gv
5,35), poiché è grazie a lei che ho riconosciuto la vera luce che rifulge nelle
tenebre, ma che le tenebre non hanno accolto (cf. Gv 1,5). Sí, la nascita di
quel bambino mi ha arrecato una gioia ineffabile, poiché essa è per il mondo
una sorgente di beni tanto numerosi e grandi: difatti, egli per primo,
catechizza la Chiesa ,
la inizia alla penitenza, la prepara con il battesimo; e cosí preparata, la
rimette a Cristo e la unisce a lui; poi, avendole insegnato a vivere la
temperanza, le dona, con l`esempio della sua stessa morte, la forza di andare
alla morte con coraggio, e, in tutto questo, prepara al Signore un popolo
perfetto (cf. Lc 1,17).
(Guerric d`Igny, Sermo I de Joan., 3 s.)
il dipinto è di karl i marko
il dipinto è di karl i marko
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