martedì 3 luglio 2012

Amo una luce, un profumo, un amplesso



Signore, 
io ti amo. 
non ho dubbi, 
sono certo che ti amo. 
Tu hai percosso il mio cuore con la tua parola e ti ho amato.   
Il cielo e la terra e tutto ciò che è in essi, 
ecco, da ogni parte mi dicono di amarti, 
né cessano di dirlo a tutti, “affinché non trovino scuse” (Romani 1, 20). 
Più profondamente sentirai tu misericordia di colui per il quale avrai avuto misericordia, 
e userai una più profonda misericordia a colui con il quale sarai stato misericordioso; 
altrimenti il cielo e la terra dicono le tue lodi ai sordi (cfr. Romani 9, 15). 
Ma cosa amo, amando te? 
Non una bellezza corporea, 
non una avvenenza passeggera, 
non un fulgore come quello della luce piacevole per quei miei occhi, 
non dolci melodie di canti d’ogni specie, 
non soave profumo di fiori, di unguenti, di aromi, 
non manna di miele, 
non membra felici all’amplesso carnale. 
Non queste cose io amo, amando il mio Dio.
E tuttavia,
amo una luce,
una voce,
un profumo,
un cibo,
un amplesso,
quando amo te mio Dio,
luce,
voce,
profumo,
cibo,
amplesso dell’uomo interiore che è in me,
dove risplende alla mia anima una luce che in nessun luogo può essere contenuta,
dove risuona una voce che il tempo non rapisce,
dove è diffuso un profumo che il vento non disperde,
dove gusto un sapore che la voracità non diminuisce,
dove mi stringe un amplesso che la sazietà mai non discioglie.
Questo io amo, quando amo te, mio Dio.


(Id., Confessiones X, 6)



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