Le gesta gloriose dei santi martiri fanno rifiorire la Chiesa in ogni luogo.
Perciò possiamo constatare con i nostri stessi occhi quanto sia vero ciò che
abbiamo cantato: «Preziosa agli occhi del Signore è la morte dei suoi fedeli»
(Sal 115, 15). Questa morte è preziosa ai nostri occhi e agli occhi di colui,
per il cui nome venne affrontata.
Ma il prezzo versato per queste morti è stato la morte di
uno solo. Quante morti ha riscattato con la sua morte uno solo! Se quel solo
non fosse morto, il chicco di frumento non si sarebbe moltiplicato. Avete
sentito le parole che dice all'avvicinarsi della sua passione, cioè della
nostra redenzione: «Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane
solo; se invece muore, produce molto frutto»? (Gv 12, 24-25).
Sulla croce egli compì un'operazione di incalcolabile
valore. Su di essa fu fatto il versamento per il nostro riscatto. La lanciata
del soldato gli aprì il costato e da quella ferita sgorgò il prezzo di tutto il
mondo. Con esso furono comprati i fedeli e i martiri, e il loro sangue è
testimone che la loro fede era autentica. Essi restituirono ciò che era stato
speso per loro, e misero in pratica quello che dice san Giovanni: Come Cristo
ha dato la sua vita per noi, così anche noi dobbiamo dare la vita per i
fratelli (cfr. 1 Gv 3, 16). E in un altro passo troviamo scritto: Quando sei
seduto a mangiare con un potente, considera bene che cosa hai davanti, perché
bisogna che tu prepari altrettanto (cfr. Pro 23, 1-2)
Lauta è quella mensa dove il cibo è costituito dallo stesso
padrone della mensa. Nessuno nutre gli invitati con la propria carne: questo lo
fa solo Cristo Signore. Egli è colui che invita, egli è il cibo e la bevanda.
Compresero bene i martiri che cosa avessero mangiato e bevuto, per rendere un
tale contraccambio.
Ma come avrebbero potuto rendere questo contraccambio, se
egli, che sborsò per primo il prezzo, non avesse dato loro il mezzo per
corrisponderlo? «Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato?». «Alzerò
il calice della salvezza» (Sal 115, 12-13). Qual è questo calice? E` il calice
della passione, amaro, ma benefico: quel calice avrebbe causato terrore al
malato, se il medico non l'avesse bevuto per primo. Questo calice è proprio la
passione. Lo riconosciamo dalle parole stesse di Cristo, che dice: «Padre, se è
possibile, passi da me questo calice» (Mt 26, 39). DI questo stesso calice i
martiri hanno detto: «Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore»
(Sal 115, 13).
Non temi dunque tu, o martire, nel momento della tua
passione? Tu non temi e sta bene! Ma sai dirmi il perché «Perché invocherò il
nome del Signore».
Come potrebbero vincere i martiri, se non vincesse negli
stessi martiri colui che ha detto: «Abbiate fiducia, io ho vinto il mondo»? (Gv
16, 33).
Il sovrano del cielo sosteneva il loro animo, guidava la
loro lingua, sconfiggeva, per mezzo loro il demonio sulla terra, e li coronava
martiri in cielo. O beati loro che bevvero questo calice! I dolori hanno avuto
fine ed essi hanno conseguito la gloria.
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