È nato dunque Cristo dalla Vergine, dalla quale egli prese
carne secondo il disegno che a lui piacque: «E il Verbo si fece carne e venne
ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1, 14), e perciò la Vergine divenne Madre di
Dio. Ma è madre vergine, perché generò il Verbo incarnato senza concorso umano
e conservò la sua verginità perché risaltasse il carattere miracoloso della
nascita di colui, che aveva così stabilito.
È madre del Verbo divino secondo la natura umana, perché in
lei si è fatto uomo, in lei ha realizzato l'unione delle due nature e da lei fu
dato al mondo. Ciò rispondeva alla sapienza e al volere di colui, che opera i
prodigi.
Dai padri proviene Cristo secondo la carne, dice il beato
Paolo (cfr. Rm 9, 5). Egli, infatti, è stato quale è ora e quale sarà e
resterà. Si fece tuttavia carne per noi. Amico dell'uomo si è fatto uomo, ciò
che prima non era. Ma si è fatto uomo rimanendo insieme Dio, senza alcun
cambiamento. È diventato quindi simile a me per amor mio, è diventato ciò che
non era, conservando però quel che era. Si è fatto uomo e si è addossato la nostra
attuale debolezza per renderci atti all'adozione filiale e concederci il regno
dei cieli. Di esso ci renda degni la grazia e la misericordia del Signore Gesù
Cristo. A lui, con il Padre e lo Spirito Santo, è la gloria, l'onore e la
potestà, ora e in ogni tempo e per tutti i secoli. Amen.
Dai «Discorsi sulla Natività del Signore» di san Proclo, vescovo di Costantinopoli (Disc. h2; PG 65, 843-846)
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