Sono angosciata,
o Dio, dalla violenza che ogni giorno vediamo scatenarsi: popolo contro popolo,
uomo contro uomo, uomo contro natura; è un lungo elenco che tu conosci ma che
vorrei qui ricordarti, per ricordarlo a me.
Perché tu, di
questi pro-memoria, non hai bisogno ma io invece si; e il farli davanti a te mi
aiuta a renderli preghiera.
Penso, Signore,
al prepotere del potere (e quanto raramente il potere si arresta nei suoi
giusti confini di efficiente capacità, e quanto spesso invece ne esorbita,
facendosi arroganza e oppressione!)
Penso agli stati
che vogliono prevalere sugli altri, schiacciando popoli e minoranze. E non
entro in esemplificazioni, altrimenti ci sarà poi qualcuno che mi accusa di
buttar le cose in politica (ma quando
mai la giustizia è politica e la politica non esige giustizia?)
E penso ai
governi che, al loro interno, pretendono sottomissione totale e compiono
vendette di stato, se un cittadino esercita il diritto (che è poi spesso un
dovere) di onesta critica e di onesta opposizione.
Penso ai
prigionieri politici innocenti (e ce ne
sono lontani e vicini; e non fa bisogno di passar molte frontiere per
trovarne);
penso ai tanti
in attesa di giudizio, per anni; e che poi magari risultano innocenti e
ricevono –se va bene- tiepide scuse; e poi escono bollati da una colpa
inesistente e quasi sempre rifiutati dalla gente “perbene” che, con la giustizia, non ha avuto
niente da spartire perché si è fatta qualunquisticamente i fatti propri, senza occuparsi della cosa pubblica.
Per tutte queste
violenze internazionali e nazionali, perpetrate dalla polisca oppressiva,
ti scongiuro, Signore.
· - Strappa dal
petto dei capi il cuore pietrificato dal potere e metti, al posto suo, un cuore
di carne, come dice il profeta: da loro senso di
giustizia, animo di comprensione, viscere di compassione: che gli avversari non
siano trattati da nemici e che i nemici non siano trattati da mostri solo da eliminare.E non è neanche
facile, Signore, distinguere tra avversario politico e nemico; ma anche a
questi avversari, o nemici che siano, dona serenità nel giudizio, lealtà nella
lotta, rispetto degli innocenti e perdono dei colpevoli
E penso,
Signore, alla violenza più privata dell’uomo contro l’uomo: ai bambini seviziati,
alle donne stuprate, agli inabili emarginati da questa civiltà dell’efficienza,
solita a misurare l’uomo dalla sua capacità di produrre. Una civiltà nella
quale il bambino, il vecchio il minorato valgono poco perché poco, o niente
producono. Anche il poeta vale poco, a meno che il suo prodotto letterario non
diventi un fatto editoriale e una voce di mercato.
· - Facci
comprendere Signore, il valore dell’uomo, secondo solo a Te; e come mettersi dalla sua parte è mettersi dalla
parte tua che hai voluto “sposarlo” e farti, nel Cristo, suo consorte e
fratello.
Penso, Signore,
alle violenze perpetrate contro questo nostro meraviglioso mondo che stiamo
avvelenando nell’aria, nell’acqua, nella terra; e il veleno sale nella verdura
dell’orto e torna a noi. Quegli
innocenti cespi d’insalata, che giungono sulle nostre tavole, sono carichi
della nostra violenza.
C’è
un’inquinamento legato al problema demografico (ed è un problema che dovremo
pur affrontare in termini di smagato realismo), ma c’è un’inquinamento legato
alla nostra avidità: perché pretendiamo dalla terra più di quanto può dare.
E c’è un
inquinamento energetico -altro problema da risolvere- che vuole tutto senza
pagare nulla.
· -Dacci rispetto,
Signore, per la nostra terra, per i nostri animali;
· - dacci amore per
tutte le creature grandi e piccole che hai messo sulla nostra strada.
· - Fa che non sia
il puro criterio del guadagno a guidarci, ma la considerazione dell’armonia
dell’universo. Perché la violenza comincia da lontano e dal poco: quando
strappiamo, con disattenzione o disprezzo, un filo d’erba: magari un filo che
va anche strappato, per lasciar posto a un altro filo, a un'altra pianta che ne
patisce danno; ma va strappato con amore. Anche gli animali. Non voglio qua
discutere il vegetarianesimo ma, posto che sia lecito uccidere la bestia, è
lecito solo se si fa con dolore e con partecipazione.
· - Insegnaci,
Signore un’educazione alla non violenza che sia un’educazione al rispetto e
all’amore degli uomini delle cose e di te.
Adriana #Zarri
Tratto dal libro “quasi una #preghiera”
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