A prima vista, pare strano (ma poi forse non lo è) il fatto che virilismo e femminilismo possan coesistere con una certa carenza sessuale. E infatti quando siano rifiuto della controparte ed arrogante imposizione della propria , essi non sono esuberanza bensì visione chiusa e narcisista del sesso: essendo propria della sessualità la carica che la spinge verso l’altro ed essendo nascosto in ogni “altro” un richiamo perfino ormonico (per non dire di quello psicologico) che lo collega alla proprio controparte. Il sesso, come del resto la persona, il sesso sia proprio la forza socializzante; e quindi un povero rapporto esprime una povera sessualità. Virilismo e infemminimento, essendo un’anomala e povera dialettica, vanno di pari passo con la carenza sessuale. I due fatti non sono compatibili ma sono correlati, non essendo altro che i due aspetti di quella povertà. Si tratta di una povertà molto grave. Considerando la ricchezza e la fantasia del sesso non si può che rimpiangere il fatto che un movimento così turgido e denso, così folle e perduto, entri in misura così scarsa nella contemplazione quasi che non ne fosse degno o che la preghiera non lo riguardasse. Se la castità, che giustamente la chiesa tiene in grande onore, fosse un congelamento delle energie sessuali e non invece una loro esaltazione, non sarebbe virtù; se la verginità, che un po’ meno giustamente pretende di imporre al di la di quell’ambito monastico che le è proprio, se ne segnasse la morte, sarebbe un delitto contro l’uomo e contro la sua preghiera. Fortunatamente non è così e la “castrazione per il regno” non fa che rinviare direttamente a Dio ciò che, di solito, gli giunge tramite l’amore umano, così come il matrimonio è sacramento proprio in quanto la passione del sesso si rende tramite dell’amore di Dio. Tenuto conto di questo, e in accordo col discorso biblico, si può ben dire che la maniera più adeguata di pregare e di parlare della preghiera (ce lo confermano i mistici) sia il rifarsi alla forza sessuale perché la preghiera è, si un rapporto di soggezione, di figliolanza e di amicizia ma è soprattutto un innamoramento; e dell’innamoramento ha la fiducia, l’ardire, il fervore, l’ombrosità e il linguaggio; dell’innamoramento ha la valenza sessuale e sensuale.
Adriana Zarri
Tratto da teologia e antropologia della preghiera
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