Aiutandoci scambievolmente, il peso delle disgrazie ci sarà più leggero; il bene che si fa ai propri simili è un sollievo al male che si soffre. Così ha detto Confucio, e, per persuadere il popolo della Cina di questa verità raccontava il seguente episodio.
In una città dell’Asia vivevano due infelici, uno paralitico, l’altro cieco, ed entrambi poveri. Il paralitico, coricato sopra un misero letto, soffriva senza che nessuno lo compiangesse; il cieco, esposto a tutti i pericoli, non aveva nemmeno un povero cane che potesse guidarlo. Un giorno il cieco, camminando a tendoni, giunse vicino al malato e fu commosso dai suoi lamenti, poiché gli sventurati sanno compiangersi l’un l’altro. – “Io ho i miei mali, - gli disse- e voi avete i vostri; uniamoci, fratello, e saremo meno infelici”.
- “Oh !- rispose il paralitico- voi non ricordate che io non posso fare neanche un passo e che voi non vedete nulla: a che gioverebbe unire le nostre miserie?”.- Ascoltate – disse il cieco- ognuno di noi possiede ciò che manca all’altro: io ho due gambe e voi gli occhi; io vi porterò e voi sarete la mia guida: i vostri occhi dirigeranno i miei passi malsicuri e le mie gambe andranno dove voi vorrete. Così, senza mai domandarci chi di noi due compia l’ufficio più importante, io camminerò per voi e voi vedrete per me”:
Florian
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