Un uomo dalla fronte accigliata e dal grave portamento era poco lontano da due laceri e meschini pescatori che litigavano a voce alta per decidere a chi spettasse un’ostrica che avevano presa insieme e che era l’unico frutto dell’infelice pesca di quel giorno. L’ostrica col suo gradito odore accresceva la fame dei litiganti. Erano già per venire alle mani, poiché si sa che chi ha più forza ha più ragione, quando si avvicinò ad essi quel grave personaggio. Subito piegarono entrambi la fronte riverenti e stabilirono che quest’uomo, mandato loro dal cielo, decidesse la contesa. Egli accettò l’offerta, ma volle prima, perché tutto si svolgesse legalmente, che l’ostrica fosse depositata in mano sua. Ciascuno poi incominciò ad esporre le sue ragioni. Uno diceva: “ Io la vidi per primo e poi la mostrai a lui”:L’altro rispondeva: “Io fui il primo a toccarla e, quando si mette la mano sopra qualche cosa, se ne acquista il possesso”.- Intanto il giudice, ascoltando entrambi, annusava l’ostrica e, quand’ebbero finito, con serietà divise i due gusci, mettendone uno in mano a ciascuno. La polpa la tenne per sé come onorario, e se cacciò in bocca avidamente, dinanzi agli affamati litiganti.
L. Pignotti
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