Un abate di nome Martino fu incaricato di porre un’iscrizione sopra la porta del convento da poco restaurato. L’iscrizione, scritta in latino, doveva dire:
La porta sia aperta. A nessun onesto sia chiusa.
Invece Martino, o per la fretta o per la distrazione, mise il punto fuori posto, tanto che l’iscrizione veniva a dire così:
La porta sia aperta a nessuno. All'’onesto sia chiusa.
Con siffatta iscrizione il convento veniva a scapitarci; il disgraziato Martino fu scacciato dagli altri frati, e così per un punto, messo fuori posto, venne a perdere la cappa, cioè l’abito monacale, quindi il suo ufficio di priorato in convento .
Di qui si formò il dettato che si suol ripetere, tutte le volte che alcuno, o per disgrazia o per negligenza, perde per un nonnulla una cosa di considerevole valore.
Vincenzo Marchesani
Vincenzo Marchesani
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