Dal «Discorso sui pastori» di sant'Agostino, vescovo
(Disc. 46, 9; CCL 41, 535-536)
Avendo il Signore detto che cosa abbiano a cuore certi pastori, aggiunge anche quali doveri essi trascurino. I difetti delle pecore, infatti, sono largamente diffusi. Pochissime sono le pecore sane e prosperose. Sono rare cioè quelle ben salde nel cibo della verità, che usufruiscono con vantaggio dei pascoli donati da Dio. Ma quei pastori malvagi non risparmiano neppure queste. Non basta che essi trascurino le pecore malate o deboli, sbandate e smarrite. Per quanto sta in loro, uccidono anche quelle che sono forti e in buona salute. Tu forse dirai: Però queste vivono. Sì, vivono, ma per la misericordia di Dio. Tuttavia, per quanto sta in loro, i pastori cattivi le uccidono. Come le uccidono? dirai. Vivendo male, dando loro cattivo esempio.
Fu detto forse senza ragione a quel servo di Dio che eccelleva tra le membra del sommo Pastore: Offri te stesso come esempio in tutto di buona condotta? (cfr. Tt 2, 7). E ancora: Sii modello ai fedeli (cfr. 1 Tm 4, 12). Una pecora infatti, anche se sana, osservando che il suo pastore abitualmente vive male, se distoglie gli occhi dalla legge del Signore e guarda l'uomo, comincia a dire in cuor suo: Se il mio superiore vive così, chi mi vieta di fare altrettanto? In tal modo il pastore uccide la pecora sana. Dunque se uccide la pecora sana, che farà mai della altre pecore? Che farà questo pastore che, vivendo male, fa perire la pecora, che egli non aveva resa sana, ma che anzi aveva trovata forte e vigorosa? Dico e ripeto alla vostra carità: Vi sono pecore che vivono, sono salde nella parola del Signore e si attengono a quella norma che hanno udito da lui: «Quanto vi dicono fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere» (Mt 23, 3). Tuttavia il pastore, che dinanzi al popolo si comporta male, per quanto sta in lui, uccide colui dal quale viene osservato. Non si illuda quindi perché quel tale non è morto. Quel tale vive, ma il pastore si rende ugualmente un omicida.
In modo analogo, quando un uomo corrotto guarda una donna con desiderio, essa rimane casta, ma lui ha già commesso adulterio. Rimane infatti vera e trasparente la parola del Signore al riguardo: «Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore» (Mt 5, 28). Non è entrato nella stanza di lei, ma nel suo intimo già sfoga la sua passione.
Così, chiunque si comporta male dinanzi a coloro ai quali è preposto, per quanto dipende da lui uccide anche i sani. Chi lo imita, muore; chi non lo imita continua a vivere. Ma per quanto sta in lui, uccide entrambi. E' questo il rimprovero che fa il Signore: «Ammazzate le pecore più grasse, ma non pascolate il mio gregge» (Ez 34, 3).
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