Dai «Discorsi» di sant'Andrea di Creta, vescovo
(Disc. 9 sulle Palme; PG 97,1002)
Diciamo anche noi a Cristo e ripetiamolo: «Benedetto colui
che viene nel nome del Signore!» (Mt 21,9), «Il re di Israele» (Mt 27,42).
Eleviamo verso di lui, come rami di palme, le ultime parole risuonate dalla
croce. Seguiamolo festosamente, non agitando ramoscelli di ulivo, ma onorandolo
con la nostra carità fraterna. Stendiamo i nostri desideri quasi come mantelli
per il suo passaggio, perché, attraverso le nostre aspirazioni, entri nel
nostro cuore, si stabilisca completamente dentro di noi, trasformi noi
totalmente in lui ed esprima se stesso interamente in noi. Ripetiamo a Sion
quel messaggio profetico: «Abbi fiducia, figlia di Sion, non temere: Ecco, a te
viene il tuo re umile, cavalca un asino» (cfr. Zc 9,9).
Viene colui che è presente in ogni luogo e riempie ogni
cosa. Viene per compiere in te la salvezza di tutti. Viene colui il quale non è
venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a penitenza (cfr. Mt 9,13) per
richiamarli dalle vie del peccato. Non temere dunque. Vi è un Dio in mezzo a
te, non sarai scossa (cfr. Dt 7,21). Accoglilo con le braccia aperte. Accogli
colui che nelle sue palme ha segnato la linea delle tue mura e ha gettato le
tue fondamenta con le sue stesse mani.
Accogli colui che in se stesso accolse tutto ciò che è
proprio della natura umana, eccetto il peccato. Rallègrati, o città madre Sion,
non temere, «celebra le tue feste» (Na 2,1). Glorifica colui che per la sua
grande misericordia viene a noi per tuo mezzo. Ma gioisci anche di cuore,
figlia di Gerusalemme, sciogli il tuo canto, muovi il passo alla danza.
«Rivestiti di luce, rivestiti di luce», gridiamo così con Isaia, «perché viene
la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te» (Is 60,1).
Ma quale luce?
Quella che illumina ogni uomo che viene nel mondo (cfr. Gv 1,9). Dico la luce
eterna, la luce senza tempo che è apparsa nel tempo. La luce che si è
manifestata nella carne, luce che per sua natura è occulta. La luce che avvolse
i pastori e fu guida ai magi nel loro cammino. La luce che era nel mondo fin
dal principio, e per mezzo della quale è stato fatto il mondo, quel mondo che
non la conobbe. La luce che venne fra la sua gente e che i suoi non hanno
accolto.
«La gloria del Signore», quale gloria? Senza dubbio la
croce, sulla quale Cristo è stato glorificato: lui, lo splendore della gloria
del Padre, come egli stesso ebbe a dire nella imminenza della sua passione: Ora
il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui
e ben presto lo glorificherà (cfr. Gv 13, 31-32). Chiama gloria la sua esaltazione
sulla croce. La croce di Cristo infatti è gloria ed è la sua esaltazione. Ecco
perché dice: «Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me» (Gv 12,
32).
Nessun commento:
Posta un commento