Dall'«Omelia» di un autore del secondo secolo
(Capp. 8, 1 - 9, 11; Funk, 1, 152-156)
Finché viviamo in questo mondo, facciamo penitenza. In
realtà noi non siamo che un poco di fango tra le mani di chi lo plasma. se un
vasaio, che lavora un pezzo di creta per ricavarne un vaso, vede che questo gli
esce sformato o che gli si spezza tra le mani, lo impasta di nuovo. Se invece
pensa di mettere nella fornace lo lascia com'è . Anche nella nostra esistenza
c'è una situazione nella quale è possibile un rifacimento in meglio, e un'altra
nella quale non lo è più. Infatti durante la vita terrena noi abbiamo tempo e
modo di far penitenza dei nostri peccati e così ottenere la salvezza dal
Signore.
Usciti che saremo da questo mondo, non potremo più
convertirci né espiare il male commesso. Perciò, fratelli, compiamo la volontà
del Padre, conserviamo casto il nostro corpo e osserviamo i comandamenti del
Signore, e così raggiungeremo la vita eterna. Per questo dice il Signore nel
vangelo: Se non sarete stati fedeli nel poco, chi vi affiderà il molto? Perciò
vi dico: Chi è fedele nel poco è fedele anche nel molto (cfr. Lc 16, 10-11).
Vuol dire questo: conservate casto il corpo e immacolato il carattere del
cristiano per essere degni di riprendere la vita.
E nessuno di voi osi affermare che questo corpo non sarà
glorificato e non risorgerà. Riflettete un poco: in quale situazione siete
stati redenti e avete ricevuto la vita spirituale, se non mentre vivevate in
questo corpo? Ecco perché dobbiamo custodire il corpo come un tempio di Dio. Ma
poiché siete stati chiamati nel corpo, così nel corpo verrete anche giudicati.
Se Cristo Signore, che ci ha salvati, volle prendere figura umana, mentre prima
era solo spirito, e così ci ha chiamati a sé, anche noi riceveremo la nostra
mercede in questo corpo. Amiamoci dunque gli uni gli altri, per giungere tutti
nel regno di Dio. Finché abbiamo tempo per guarire, affidiamoci a Dio, nostro
medico, e consegniamo nelle sue mani i nostri pochi meriti. Quali meriti?
Quelli che si acquistano mediante la penitenza fatta con cuore sincero. Egli
conosce ogni cosa prima che avvenga e nulla gli sfugge di tutto ciò che si
agita nel nostro cuore. Diamogli lode, dunque, non solo con la bocca, ma anche
col cuore, perché ci possa ricevere come figli. Per questo il Signore disse:
Miei fratelli sono coloro che fanno la volontà del Padre mio (cfr. Lc 8, 21,
ecc.).
Nessun commento:
Posta un commento