Sei tu Signore che io prego; e per te
stesso .
E se -perduta nei tuoi occhi – io mi
dimentico di tutto tu ti ricorderai.
Tu sai bene che gli uomini, i problemi,
i bisogni, i dolori, li porto in me:
sono dentro alla mia
dimenticanza.
E tu sai vedere nel mio zaino,
anche
se mi dimentico di aprirlo e rovesciarlo ai tuoi ai tuoi piedi.
Davanti a te non voglio avere queste preoccupazioni mnemoniche;
non
ce n'è alcun bisogno.
E, se mi accade questo perduto oblio,
ben venga perchè non è dimenticanza:
è semplificazione di realtà
complesse che si disciolgono,
davanti a te, come luce, come acqua,
come aria.
Pregare non è chiedere cose;
pregare è
incontrarsi con te.
tratto da teologia e antropologia della preghiera
Adriana Zarri
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