lunedì 1 aprile 2019

Il padre Macario raccontò

Il padre Macario raccontò: 
Camminando nel deserto, trovai il cranio di un morto gettato per terra. 
Appena lo toccai con il mio bastone di palma il cranio cominciò a parlare.
Gli dico: Chi sei?
Il cranio mi rispose: 
Ero un sacerdote degli idoli dei greci che dimoravano in questo luogo. 
E tu sei Macario, il pneumatoforo. 
Quando tu ti impietosisci e preghi per quelli che giacciono nel luogo del castigo, essi ne hanno un pò di consolazione.
Che consolazione e che castigo?, chiede l’anziano. 
Gli dice il cranio: 
Quanto dista il cielo dalla terra,altrettanto è il fuoco sotto di noi.
Siamo immersi nel fuoco dalla testa ai piedi; e non è possibile guardarsi in faccia, perché ognuno ha le spalle attaccate alle spalle dell’altro. 
Ma quando tu preghi per noi, l’uno vede un pò la faccia dell’altro: questa è la consolazione. 
Piangendo l’anziano disse: 
Guai al giorno in cui l’uomo è nato! 
E chiese poi: C’è un altro tormento peggiore? 
Il cranio gli dice: al di sotto di noi c’è un tormento più grande. Dice l’anziano: E chi vi sta? Il cranio rispose: Noi che non conoscevamo Dio abbiamo trovato almeno un poco di misericordia; ma coloro che conoscevano Dio e lo hanno rinnegato e non hanno compiuto la sua volontà sono sotto di noi. 
L’anziano prese il cranio e lo seppellì.

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