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sabato 14 ottobre 2017

Tempo della prova



Quando si predica su Giobbe, non si vede l'ora di giungere alla conclusione, di dire cioè ch'egli riebbe tutti i suoi beni raddoppiati. Ma a me sembra strano che si debba insistere su questo. E poi non è vero: una volta che tu abbia recuperato il perduto, puoi facilmente cavartela da solo, accettando la nuova sorte. Ecco, per questo io preferisco insistere sul tempo di prima (quello della prova).

IX A 191.

diario 

sabato 30 gennaio 2016

Rallegratevi


 San Paolo scrive nella lettera ai Filippesi 4,4 
"Rallegratevi”
e a questo punto io m'immagino che l'Apostolo si arresti un momento, per ascoltare il lamento bruciante di tutti quelli che credono di non poter essere felici,
di quelli che la tristezza umilia,
di quelli che la tristezza rende orgogliosi 
e di quanti ne fanno un punto di onore per poi riprendere:
“ed io vi dico di nuovo: rallegratevi”

Cos'è



Cos'è la felicità?
Uno spettro, il quale non esiste che dopo essere stato.
E la speranza?
Un impiccione importuno di cui non ci si può liberare: 
un abile impostore che dura ancor più a lungo dell'onestà: 
un amico attaccabrighe, che non vuol perdere mai il suo diritto, anche quando Cesare ha perduto il suo.
Ed il ricordo?
Un consolatore ingombrante;
un fellone che vi ferisce alle spalle, 
un'ombra che non si può vendere anche se si trovasse un compratore!
Cos'è la beatitudine?
Un augurio che si lascia a chi lo raccoglie.
E la fede?
Una corda a cui si resta sospesi, quando non ci s'impicca da sé.
La verità?
Un tormento di più.
E l'attesa?
Una freccia volante che resta confitta al bersaglio.
E il suo compimento?
Una freccia che guizza oltre il bersaglio.

mercoledì 9 dicembre 2015

Teatro




Che per i pagani il teatro fosse in fondo ciò che per noi è la Chiesa, lo si vede anche dal fatto che il teatro era gratuito e che mai venne in mente ai Pagani di dover pagare qualcosa per andare al teatro, come neppure noi per entrare in Chiesa. 
Da questa considerazione del teatro si potrebbe sviluppare tutta una concezione del Paganesimo.


venerdì 4 dicembre 2015

A te, Signore



A te, Signore, 

noi ci volgiamo per avere pace… 
Ma dacci Tu anche la certezza felice che niente ci potrà togliere questa pace: 
neppure noi stessi, 
neppure i nostri stolti desideri terreni, 
non le mie brame folli,
né l'irrequieta aspirazione 

del mio cuore 


venerdì 24 luglio 2015

Osservazione alla Malattia mortale




Un’osservazione appartenente alla Malattia mortale, esclusa dalla stampa , 
l’osservazione riguarda il testo: 
“Difendere il Cristianesimo nella Cristianità , è essere Giuda n. 2”.
La situazione del resto, a osservarla diligentemente, è più pazza di quel che non sembri a prima vista. La scena è nella cristianità dove tutti sono cristiani. E’ qui che si vuol difendere il Cristianesimo : davanti a chi? Diamine, davanti ai cristiani! Perché è chiaro che noi siamo nella cristianità dove tutti son cristiani. Ma a chi in tutto il mondo frullerebbe in mente di “difendere” il Cristianesimo, se coloro , davanti ai quali si deve fare quella difesa sono già …cristiani? “D’accordo, si risponderà, ma non sono veri cristiani, e nella misura in cui essi non sono veri cristiani, si deve davanti a loro difendere il Cristianesimo”.Che satira in queste espressioni: “Un mondo .. cristiano!”Noi siamo tutti cristiani, noi viviamo “nel mondo cristiano” dove tutti sono cristiani , dove si “difende “ il Cristianesimo davanti ai …. “cristiani”, davanti a “cristiani”, che però non sono veri “cristiani..!
”Non ci mancherebbe altro (e forse, chissà, ci si riuscirà con il progresso della cultura ormai così vasta) che coloro che difendono il Cristianesimo, e forse si tengono del tutto sicuri di essere cristiani, non siano neppure loro del tutto veri cristiani.

Ogni comunicazione della verità è divenuta un’astrazione





Ogni comunicazione della verità è divenuta un’astrazione.
Il pubblico è diventato istanza,
i giornali si chiamano redazione
i professori speculazione,
il pastore è meditazione.
Nessuno ha il coraggio di dire “IO”
Ma poiché la prima condizione di ogni comunicazione della verità è assolutamente la personalità, dato che la “verità” non può avvantaggiarsi col ventriloquio, bisogna rimettere la personalità.
In questa situazione cominciare subito col proprio io, quando il mondo era tanto viziato dal non sentire mai un io, era cosa impossibile.
Il mio compito fu perciò di creare personalità di autori e di lanciarli in mezzo alla realtà della vita, per abituare un po’ gli uomini a parlare in prima persona.
La mia azione così è quella di un precursore, fino a quando verrà colui che nel senso più rigoroso dica: IO.
Cambiar rotta da questa astrattezza inumana per poter raggiungere la personalità: ecco il mio compito..
Nel nostro tempo non è il governo della Chiesa che va riformato, ma il concetto stesso di cristianità.

venerdì 17 aprile 2015

Quel giorno la moglie di Pilato

Quel giorno la moglie di Pilato, aveva molto sofferto in sogno (Mt 27,19) e lo dissuase perciò dal condannare Cristo. Ma Pilato non sognò di di giorno; e capì che se non avesse condannato Cristo, non sarebbe stato amico di Cesare (Gv 19,12) . Lo condannò. Strano però che la moglie di Pilato, che sognava di giorno, era più sveglia di Pilato che non sognava di giorno!

Ogni uomo ha una realtà infinita,


Ogni uomo ha una realtà infinita, ed è superbo ed ambizioso non voler onorare in ogni uomo il proprio prossimo. Oh, se potessi parlare con ogni uomo, son certo che lo commuoverei. Ma è un paralogismo pensare che mille uomini siano più di uno, perché è ridurre gli uomini ad una categoria di animali.
La “pointe” nell’essere uomo, è che l’unità è la cosa più alta: mille sono meno di uno. 
Povero me! 
Chissà quando mi riuscirà di far entrare in testa gli uomini questa dialettica.


Come gli altri

Il crimine massimo agli occhi degli uomini, quello ch’essi puniscono più crudelmente, è di non essere “come gli altri”. E questo prova la loro natura animalesca; perché i passeri hanno ragione di beccare a sangue il passero che non è come gli altri, perché qui la specie è superiore ai singoli individui. I passeri son animali, tutti, né più né meno. La destinazione degli uomini invece è il non essere come gli altri, ma di avere ciascuno una propria particolarità. Tuttavia gli uomini perdonano qualsiasi crimine, meno questo, ch’essi giudicano inumano ; il delitto di essere uomini.

La pazienza

Giobbe sopportò tutto; soltanto quando vennero i suoi amici per consolarlo, 
perdette la pazienza..

I Giudei volevano uccidere Lazzaro



I Giudei volevano uccidere Lazzaro perché Cristo l’aveva resuscitato.
Tanto pericoloso è l’essere resuscitati da Cristo?

...

mercoledì 25 marzo 2015

Ecco perché il mondo invece di andare avanti, torna indietro

Ecco perché il mondo invece di andare avanti, torna indietro; perché gli uomini si consigliano tra loro, invece di consigliarsi con Dio. 
n fondo l’umanità vive consumando la tradizione del passato, ma questa tradizione s’inaridisce sempre più, non venendole alcun nuovo afflusso dall’alto; quel fluido divino diluisce continuamente a causa di questo accordo puramente umano. Ergo, il mondo torna indietro.

Cristo taceva, Mt 23,63



Per due ragioni si può tacere:
o perchè non si ha una sola parola da dire a propria difesa,
o perchè sarebbe una falsità che grida al cielo di dire una sola parola in propria difesa

Ecco che significa essere cristiani



I Giudei voleva no uccidere Lazzaro perché Cristo l’aveva resuscitato, 
(Gio 12,11) ;
 tanto pericoloso è l’essere resuscitati da Cristo!

martedì 24 marzo 2015

Dio esiste:


Che un uomo abbia potuto vivere 10, 20, 30 anni senza mai accorgersi che Dio esiste: come dev’essere tremendo il meritare che Dio si adiri contro di lui! 
Perché Dio è l’amoroso, è la prima forma del suo amore è che Egli amorosamente porta uno ad accorgesi che Lui esiste e non si lasci andare a zonzo come uno stolto senz’accorgesi di Dio, perché è questa l’ira di Dio: lasciare che un uomo vada come un animale ch’Egli non chiama.

Che tremenda sproporzione!


Che tremenda sproporzione!
 La Scrittura afferma che l’uomo nell’eternità dovrà “render conto di ogni parola superflua” 
Mt 12,36
Ma è anche la consolazione più grande, perché almeno non vi avremo più la seccatura dei giornali
Si pensi soltanto a quel che altrimenti sarebbe il rendiconto.

Quando sul far della sera ci mettiamo a dormire



Quando sul far della sera ci mettiamo a dormire,
la nostra consolazione sia il pensare che Tu sei colui che veglia!
E quando ci svegliamo al mattino
e quando siam desti durante il giorno,
che sconforto se anche allora Tu non fossi colui che veglia!
Perciò non è che uno scherzo 
la differenza che noi facciamo fra il dormire, e il vegliare, 
come se noi avessimo bisogno che Tu ci vegliassi 
soltanto mentre dormiamo
e non anche quando siam desti!

Tu hai sopportato di soffrire tutta la vita per salvare anche me


Signore Gesù Cristo! 
Tu hai sopportato di soffrire tutta la vita per salvare anche me, 
ma il tempo del Tuo soffrire non è, ahimè, ancora passato. 
Anche questo soffrire Tu lo vuoi sopportare. 
Salvatore e Redentore ! 
Questo soffrire in pazienza di aver da fare con me, 
che mi sono allontanato o così spesso ho incespicato nella retta via, 
o in ogni modo l’ho percorsa così adagio, 
quasi annaspando. 
Oh pazienza infinita, 
infinita sofferenza della pazienza! 
Quante volte m’impazienti, 
quante volte avrei voluto ricominciare, 
abbandonare tutto, 
prendere la tremenda e facile scorciatoia della disperazione , 
e Tu non perdesti mai la pazienza! 
Ahimè! 
A me non si applica ciò che dice quel Tuo servo eletto; 
che egli compì in sé le Tue sofferenze .
No, io ho aumentato le tue sofferenze, 
ne ho aggiunte di nuove a quelle 
che tu una volta sopportasti
 per salvare anche me! 

Tu che ti occupi amorosamente del passero


Tu che ti occupi amorosamente del passero, 
ma non in modo da esigere crudelmente ch’esso sia come Te; 
Tu che amorosamente ti prendi cura di lui
 in modo da metterti paternamente al suo posto: 
Tu prendi cura anche dell’uomo.
E anche se da lui esigi che tenda a somigliare a Te, 
ciò che non puoi esigere dal passero, 
Tu non lo esigi in modo crudele, 
ma con sollecitudine paterna, 
ti metti al suo posto e gli dai la forza per tendere a Te