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sabato 23 giugno 2012
La verità e l`odio
Non si è saputo sopportare di buon animo ciò che l`uomo santo di Dio esortava a fare: colui che ad ogni costo voleva la salvezza di quelli che in tal modo esortava. Essi risposero con male parole alle buone parole. Infatti, che cosa egli avrebbe potuto dire se non ciò di cui era pieno? E quelli che cosa avrebbero potuto rispondere se non ciò di cui erano pieni? Egli seminò frumento, ma trovò spine.
(Agostino, Sermo 307, 1)
Perché la Chiesa commemora la nascita del Battista
Lc 1, 57-66. 80;
Dalla lettura del santo Vangelo abbiamo ascoltato il racconto
della prodigiosa nascita del beatissimo Giovanni, araldo e precursore di
Cristo. La vostra carità dedichi particolare attenzione all`avvenimento della
nascita di un uomo cosí grande. La
Chiesa non celebra il giorno della nascita dei profeti, né
dei patriarchi né degli apostoli, celebra solo il Natale di Cristo e di
Giovanni. Gli stessi tempi, in cui
entrambi nacquero, prefigurano un grande mistero. Giovanni era un grande uomo,
ma pur sempre un uomo. Ma era un uomo
cosí grande che solo Dio poteva essere piú grande di lui. Colui che viene dopo
di me è piú grande di me (Mt 3,11). Giovanni disse: E` piú grande di me. Se è
piú grande di te, che cosa vuol dire ciò
che abbiamo sentito da lui che è piú grande di te: Tra i nati di donna non è
sorto uno piú grande di Giovanni il
Battista (ibid. 11, 11)? Se nessun uomo è piú grande di te, chi è colui che è
piú grande di te? Vuoi saperlo? Ascolta:
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio (Gv 1,1).
Cristo nasce in questo mondo come uomo, non come Dio. E in che modo Dio Verbo
di Dio, per mezzo del quale sono state fatte tutte le cose, che è nato fuori
del tempo, per mezzo del quale è stato creato il tempo, nasce nel tempo? Come,
mi chiedo, il Verbo, per mezzo del quale è stato creato il tempo, nasce nel
tempo? Vuoi sapere come? Ascolta il Vangelo: Il Verbo si fece carne e venne ad
abitare in mezzo a noi (Gv 1,14). La nascita di Cristo è la nascita della
carne, non del Verbo: ma è anche del Verbo, poiché il Verbo si fece carne. Il
Verbo è nato ma è nato nella carne, non in sé. In sé, invece, è nato
propriamente dal Padre, ma non nel tempo.
Mirabile è la nascita di Cristo e quella di Giovanni, sebbene vi
sia tanta differenza tra loro.
Nacque Giovanni e cosí pure Cristo: un angelo annunziò la nascita
di Giovanni, come pure un angelo annunziò quella di Cristo. Si tratta di due
grandi prodigi. Il precursore servo sarà generato da una donna sterile sposa di un uomo vecchio, il Signore
padrone sarà generato da una vergine senza uomo. Un uomo grande è Giovanni, ma
piú grande è Cristo in quanto uomo e Dio. Un uomo grande Giovanni che
tuttavia doveva umiliarsi per esaltare
Dio. E poi ascolta in proposito quello che lui stesso dice: Io non son degno di
sciogliere il legaccio dei suoi sandali (Gv 1,27). Se si fosse dichiarato
degno, in che modo si sarebbe umiliato? E perciò non si considerò degno. Egli
si prostrò totalmente, e si prostrò sotto la roccia. Egli era, infatti, una lucerna (cf. ibid. 5, 35) e
temeva di spegnersi al vento della superbia.
Differenza di significato tra la nascita e la passione di Cristo e la
nascita e la passione di Giovanni. Infine il giorno della nascita e il genere
di passione dimostrano che ogni uomo deve essere umiliato per il Cristo e
perciò anche Giovanni, e che deve essere esaltato Cristo Dio uomo. Giovanni è
nato oggi, quando i giorni cominciano a farsi piú corti. Cristo è nato il
venticinque di dicembre, quando i giorni cominciano a farsi piú lunghi.
Giovanni, infattí, muore decapitato, Cristo invece innalzato sulla croce.
(Agostino, Sermo 287, 1-4)
Giovanni riconduce al Signore Dio i figli di Israele

Sarà ricolmato di Spirito Santo fin dal seno della madre sua». Il
popolo dei Giudei non riusciva a
vedere affatto il Signore mentre egli compiva «miracoli e prodigi»
(cf. Gv 4,48) e curava le loro
infermità: Giovanni invece, mentre è ancora nel seno della madre,
esulta di gioia e non può trattenersi, al
punto che tenta, all`arrivo della madre di Gesú, di uscire dal
seno di Elisabetta. Perché ecco - dice
Elisabetta - appena è giunto il tuo saluto alle mie orecchie, il
fanciullo ha trasalito di gioia nel mio seno (Lc 1,44). Giovanni era ancora nel
seno della madre e aveva già ricevuto lo Spirito Santo: lo Spirito Santo infatti
non era il principio della sua sostanza e della sua natura.
ricondurrà «molti»; il Signore non ricondurrà molti, ma tutti:
questa è la sua opera, ricondurre tutti a Dio
Padre. E precederà davanti a Cristo nello spirito e nella potenza
di Elia. Non dice: nell`anima di Elia; ma: «nello spirito e nella potenza di
Elia». Ci fu in Elia potenza e spirito come in tutti i profeti, e, secondo
l`economia dell`incarnazione, potenza e spirito furono nel nostro Signore e
Salvatore stesso. A questo proposito si
dirà infatti poco dopo a Maria: Lo Spirito Santo verrà in te e la potenza
dell`Altissimo ti coprirà con la sua ombra (Lc 1,35). Orbene lo spirito, che
era in Elia, venne su Giovanni, e la potenza che aveva abitato in Elia si
manifestò anche in lui. Quello fu trasportato in cielo, questi invece è stato
il precursore del Signore, ed è morto prima di lui per discendere agli inferi e
annunziare il suo avvento.
(Origene, In Luc., 4, 4 s.)
Il comportamento di Giovanni
Quindi, anche Giovanni alle parole di invidia rispose annunziando
la vita. Infatti, aggiunge subito: Io battezzo con acqua, ma in mezzo a voi sta
uno che voi non conoscete (Gv 1,26). Giovanni non battezza con lo Spirito, ma
con l`acqua, poiché, non potendo togliere i peccati, lava con l`acqua i corpi
dei battezzati, tuttavia non lava lo spirito col perdono. Perché dunque
battezza colui che non rimette i peccati col battesimo, se non perché, fedele
alla sua missione di precursore, egli che nascendo aveva prevenuto colui che
stava per nascere, prevenga battezzando il Signore che pure si accinge a sua
volta a battezzare; e colui che predicando è divenuto precursore di Cristo,
battezzando divenga anche suo precursore imitando
il sacramento? Egli intanto annunziando il mistero sostiene che il
Signore è in mezzo agli uomini e non è conosciuto, poiché il Signore
mostrandosi attraverso la carne, è visibile nel corpo ed invisibile nella sua
maestà. In merito aggiunge anche: Colui che viene dopo di me fu fatto prima di
me (Gv 1,15). Cosí infatti è detto: fu fatto prima di me, come dire: fu posto
prima di me. Dunque viene dopo di me, perché è nato dopo, ma fu fatto prima di
me, poiché mi è passato avanti. Ma dicendo queste cose poco piú sopra, rivela
le cause del fatto che Cristo viene prima, quando aggiunge: perché era prima di
me (ibid.). Come se dicesse apertamente: anche se è nato dopo [di me] è piú
grande di me, per il fatto che il tempo della sua nascita non lo limita.
Infatti, egli nasce da madre nel tempo, ma è generato dal Padre fuori del
tempo.
(Gregorio Magno, Hom., 1, 7, 3)
dipinto di Guercino
Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita
Non temere, Zaccaria, perché è stata esaudita la tua preghiera, e
tua moglie Elisabetta darà alla luce un
figlio, al quale porrai nome Giovanni. Tu ne avrai gioia, e molti si
rallegreranno per la sua nascita (Lc
1,13s)
I benefici di Dio sono sempre copiosi e traboccanti, non si
riducono ad un numero ristretto, ma
crescono in un ricco cumulo di doni, come avviene qui: c`è
anzitutto l`esaudimento della preghiera, poi il parto di una moglie sterile,
indi l`esultanza di molte persone, e l`eccellenza della virtù. C`è anche la
promessa di un profeta dell`Altissimo (cf. -Lc 1,76), e, per togliere ogni
dubbio, si indica il nome di colui che
nascerà. In mezzo a benefici cosí grandi, che si effondono dal cielo oltre ogni
desiderio, non a torto il mutismo del
padre fu un castigo della sua incredulità, come spiegheremo oltre. Ma quando
nascono i santi, tutti ne godono; un
santo, infatti, non è soltanto un onore per i genitori, ma è salvezza per
molti.
Cosí, in questo passo, ci si esorta a godere per la natività dei
santi.
Ma anche i genitori sono esortati a ringraziare Dio non meno per
la nascita, che per il merito dei loro
figlioli, certo, non è piccolo dono quello che Dio fa donando i figli, i quali
propagheranno la famiglia, e subentreranno nella successione. Leggi nella
Scrittura che Giacobbe gode di aver generato
dodici figli (cf. Gen 49,1-28); ad Abramo viene donato un figlio (cf.
Gen 21,2), e Zaccaria resta esaudito.
La fecondità dei genitori è un dono di Dio. Perciò ringrazino i
padri, per aver generato; i figli, per essere
stati generati; le madri, per l`onore che ricevono dai frutti del loro
matrimonio: i figli, infatti, sono la retribuzione dei loro sacrifici. Fiorisca
a nuova primavera la terra, perché è coltivata, il mondo, che cosí viene conosciuto, la Chiesa , che vede crescere
di numero il popolo fedele. E non senza ragione, subito all`inizio della
Genesi, il matrimonio è portato a consumazione per comando di Dio (cf. Gen
2,22ss), ciò non ha altro scopo che di annientare l`eresia. Dio, infatti, ha
approvato il matrimonio per unire i coniugi, e l`ha premiato con tanta
larghezza, che coloro ai quali la sterilità aveva negato i figli, la bontà
divina glieli ha concessi.
E sarà grande davanti al Signore (Lc 1,15).
Qui si parla non di statura fisica, ma spirituale.
Davanti al Signore c`è una statura dell`anima, una statura della
virtù...
Giovanni, quindi, sarà grande non per il vigore fisico, ma per la
grandezza spirituale (cf. Lc 7,28).
Del resto, egli non estese i confini di qualche impero, né cercò i
trionfi nella gloria di imprese guerresche, bensí, ciò che vale di piú,
predicando nel deserto calpestò con grande vigore spirituale le comodità umane
e la sensualità del corpo (cf. Lc 3,1-18). Egli perciò è piccolo secondo il
mondo, ma è grande nello spirito. E come un grande, senza lasciarsi sedurre
dalle lusinghe di questa vita, non mutò la fermezza del suo proposito per il desiderio di vivere (cf.
Mc 6,17-29).
E sarà ricolmo di Spirito Santo fin dal seno di sua madre (Lc
1,15).
Indubbiamente la promessa dell`angelo è stata veritiera su questo
punto, poiché san Giovanni,
prima di nascere, mostrò di aver ricevuto la grazia dello Spirito
quando ancora era racchiuso nell`utero
della madre...
E sarà ricolmo di Spirito Santo; infatti non manca nulla a chi è
assistito dallo Spirito della grazia, e chi riceve l`effusione dello Spirito
Santo possiede la pienezza di grandi virtù.
Dice infine: Ricondurrà molti figli d`Israele al Signore loro Dio
(Lc 1,16).
Non è necessario che io
dimostri che san Giovanni ricondusse i cuori di molti. Concordano con questa
testimonianza le profezie e il Vangelo -
egli infatti è la voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via al Signore, raddrizzate i suoi sentieri! (Mt 3,3; Is 40,3) -
mentre il suo battesimo,
frequentato da moltitudini (cf. Mc 1,5), prova che i progressi fatti dal popolo
convertito non furono esigui, perché, credendo a Giovanni, essi credevano a Cristo. Infatti, il banditore di Cristo non
predicava se stesso, ma il Cristo.
Per questa ragione egli andrà innanzi al Signore con lo spirito e
la virtù di Elia (Lc 1,17).
Giustamente queste due parole sono accostate, poiché lo spirito
non è mai disgiunto dalla virtù, né la virtù
dallo spirito. Ma forse si dice con lo spirito e la virtù di Elia,
perché il santo Elia ebbe una grande virtù e grazia; la virtù di convertire gli
animi dall`incredulità alla fede, la virtù di una vita mortificata e
paziente, e lo spirito della profezia
(cf. 1Re 17,3-6).
Elia visse nel deserto, Giovanni nel deserto, colui era
nutrito dai corvi, questi dai pruni, e,
calpestando ogni attrattiva del piacere, scelse per sé la mortificazione e
disprezzò l`agiatezza (cf. Mt 3,4). Quegli non cercò i favori del re Acab (cf.
1Re,21,17-22), questi disprezzò quelli
di Erode (cf. Mc 6,18); quegli divise in due il Giordano, questi lo trasformò
in un lavacro
apportatore di salvezza; questi si intrattiene col Signore qui in
terra (cf. Mt 17,3), quegli appare col
Signore nella gloria (cf. Mt 17,10), questi è precursore della prima
venuta del Signore, quegli della seconda.
(Ambrogio, Exp. Ev. Luc., 1, 28-36)
Giovanni Battista, amico dello Sposo
Molto vicino alla fonte, si ergeva quel nobile cedro - voglio dire
Giovanni, cugino e amico dello Sposo (cf. Gv 3,29), precursore, battezzatore e
martire del Signore. Cosí, abbondantemente irrorato, divenne sí grande da non
potersene trovare di tanto alti tra i nati di donna (cf. Mt 11,11). Egli era
estremamente vicino al Salvatore; infatti, non solo i legami del sangue
l`univano a lui e quelli dell`amicizia ne facevano il suo intimo, ma, di piú,
gli si avvicinava quant`altri mai tra i mortali a causa del suo annuncio
glorioso, per la novità della nascita, della sua santità quasi originale, della
predicazione tanto simile, del suo potere di battezzare, e infine, della sua
coraggiosa passione. Da ultimo, anche se tutto il resto mancasse e se tutti gli
oracoli profetici lo passassero sotto silenzio, la sola «grazia» del suo nome
che l`angelo aveva indicato prima del suo concepimento (Lc 2,21), sarebbe largamente
sufficiente a testimoniare la grazia singolare che Dio li avrebbe comunicato.
In effetti, per predicare la grazia di Dio, diffusa dalla Piena di grazia, era
necessario un uomo pieno di grazia; era anche conveniente che la grazia
brillasse in maniera straordinaria in colui che era destinato a segnare il
limite tra il tempo della Legge e il tempo della Grazia. Fino a Giovanni,
infatti, la Legge
e i Profeti hanno profetato (Mt 11,13; cf. Lc 16,16), ed egli fu il primo a
rivelare la presenza di Colui del quale la Legge e i Profeti annunciavano la venuta. Quindi,
è a giusto titolo che la nascita di quel bambino (cf. Lc 1,14), concesso a
genitori ormai vecchi e che veniva a predicare al mondo senescente la grazia di
una nuova nascita, è a giusto titolo, dicevo, che essa fu allora per molti,
come resta del pari oggi, causa di gioia. E` parimenti a giusto titolo che la Chiesa solennizza questa
nascita, operata in modo mirabile dalla grazia, e di cui la natura non può non
meravigliarsi. In quella nascita, infatti, essa si vede accordato in anticipo
un pegno sicuro di quell`altra nascita in cui la grazia restaurò la natura. La Chiesa non si dimostra
ingrata, né smemorata, essa riconosce fedelmente con quale devozione e quale
riconoscenza occorre accogliere il precursore che le ha fatto conoscere il
Salvatore in persona. Quanto a me, indubbiamente, con la sua nascita, mi
apporta una nuova gioia quella lampada fatta per illuminare il mondo (cf. Gv
5,35), poiché è grazie a lei che ho riconosciuto la vera luce che rifulge nelle
tenebre, ma che le tenebre non hanno accolto (cf. Gv 1,5). Sí, la nascita di
quel bambino mi ha arrecato una gioia ineffabile, poiché essa è per il mondo
una sorgente di beni tanto numerosi e grandi: difatti, egli per primo,
catechizza la Chiesa ,
la inizia alla penitenza, la prepara con il battesimo; e cosí preparata, la
rimette a Cristo e la unisce a lui; poi, avendole insegnato a vivere la
temperanza, le dona, con l`esempio della sua stessa morte, la forza di andare
alla morte con coraggio, e, in tutto questo, prepara al Signore un popolo
perfetto (cf. Lc 1,17).
(Guerric d`Igny, Sermo I de Joan., 3 s.)
il dipinto è di karl i marko
il dipinto è di karl i marko
giovedì 23 giugno 2011
Voce di chi grida nel deserto

La Chiesa festeggia la natività di Giovanni, attribuendole un particolare carattere sacro. Di nessun santo, infatti, noi celebriamo solennemente il giorno natalizio; celebriamo invece quello di Giovanni e quello di Cristo. Giovanni però nasce da una donna avanzata in età e già sfiorita. Cristo nasce da una giovinetta vergine. Il padre non presta fede all'annunzio sulla nascita futura di Giovanni e diventa muto. La Vergine crede che Cristo nascerà da lei e lo concepisce nella fede.
Sembra che Giovanni sia posto come un confine fra due Testamenti, l'Antico e il Nuovo. Infatti che egli sia, in certo qual modo, un limite lo dichiara lo stesso Signore quando afferma: «La Legge e i Profeti fino a Giovanni» (Lc 16, 16). Rappresenta dunque in sé la parte dell'Antico e l'annunzio del Nuovo. Infatti, per quanto riguarda l'Antico, nasce da due vecchi. Per quanto riguarda il Nuovo, viene proclamato profeta già nel grembo della madre. Prima ancora di nascere, Giovanni esultò nel seno della madre all'arrivo di Maria. Già da allora aveva avuto la nomina, prima di venire alla luce. Viene indicato già di chi sarà precursore, prima ancora di essere da lui visto. Questi sono fatti divini che sorpassano i limiti della pochezza umana. Infine nasce, riceve il nome, si scioglie la lingua del padre. Basta riferire l'accaduto per spiegare l'immagine della realtà.Zaccaria tace e perde la voce fino alla nascita di Giovanni, precursore del Signore, e solo allora riacquista la parola. Che cosa significa il silenzio di Zaccaria se non la profezia non ben definita, e prima della predicazione di Cristo ancora oscura? Si fa manifesta alla sua venuta. Diventa chiara quando sta per arrivare il preannunziato. Il dischiudersi della favella di Zaccaria alla nascita di Giovanni è lo stesso che lo scindersi del velo nella passione di Cristo. Se Giovanni avesse annunziato se stesso non avrebbe aperto la bocca a Zaccaria. Si scioglie la lingua perché nasce la voce. Infatti a Giovanni, che preannunziava il Signore, fu chiesto: «Chi sei tu?» (Gv 1, 19). E rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto» (Gv 1, 23). Voce è Giovanni, mentre del Signore si dice: «In principio era il Verbo» (Gv 1, 1). Giovanni è voce per un po' di tempo; Cristo invece è il Verbo eterno fin dal principio.
(Disc. 293, 1-3; PL 38, 1327-1328)
(Disc. 293, 1-3; PL 38, 1327-1328)
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