Visualizzazione post con etichetta Florian. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Florian. Mostra tutti i post

lunedì 15 dicembre 2014

La vipera e la sanguisuga


Un giorno la vipera disse alla sanguisuga:”Com’è diversa la nostra sorte! Tu sei cercata, io fuggita e, se si può mi si uccide; invece di temere la tua ferita, l’uomo ti nutrisce abbondantemente col suo sangue; eppure tu ed io facciamo la stessa puntura” – la sanguisuga rispose: “Mia cara, la tua puntura fa del male, la mia è salutare e per mio mezzo più d’un malato ottiene la guarigione; invece per opera tua gli uomini sani trovano una morte crudele. Credo dunque che fra noi due la differenza sia grande; io sono rimedio e tu veleno”.

Florian

Il principe e l’usignuolo



Un giovane principe passeggiava col suo precettore in un boschetto, annoiandosi. Un usignuolo nascosto tra il fogliame cantava; il principe lo vide e, trovandolo grazioso, volle subito afferrarlo per metterlo in gabbia; ma nel ghernirlo fece rumore e l’uccello fuggì:” Perché, disse Sua Altezza in collera, il più grazioso degli uccelli si nasconde selvatico e solitario nei boschi, mentre il mio palazzo è pieno di passeri? - Gli rispose il protettore: “Per insegnarvi ciò che un giorno dovrete voi stesso provare: gli sciocchi sanno tutti farsi avanti, mentre gli uomini di merito si nascondono e bisogna andare a cercarli.

Florian

Il cieco e il paralitico



Aiutandoci scambievolmente, il peso delle disgrazie ci sarà più leggero; il bene che si fa ai propri simili è un sollievo al male che si soffre. Così ha detto Confucio, e, per persuadere il popolo della Cina di questa verità raccontava il seguente episodio.
In una città dell’Asia vivevano due infelici, uno paralitico, l’altro cieco, ed entrambi poveri. Il paralitico, coricato sopra un misero letto, soffriva senza che nessuno lo compiangesse; il cieco, esposto a tutti i pericoli, non aveva nemmeno un povero cane che potesse guidarlo. Un giorno il cieco, camminando a tendoni, giunse vicino al malato e fu commosso dai suoi lamenti, poiché gli sventurati sanno compiangersi l’un l’altro. – “Io ho i miei mali, - gli disse- e voi avete i vostri; uniamoci, fratello, e saremo meno infelici”.
- “Oh !- rispose il paralitico- voi non ricordate che io non posso fare neanche un passo e che voi non vedete nulla: a che gioverebbe unire le nostre miserie?”.- Ascoltate – disse il cieco- ognuno di noi possiede ciò che manca all’altro: io ho due gambe e voi gli occhi; io vi porterò e voi sarete la mia guida: i vostri occhi dirigeranno i miei passi malsicuri e le mie gambe andranno dove voi vorrete. Così, senza mai domandarci chi di noi due compia l’ufficio più importante, io camminerò per voi e voi vedrete per me”:


Florian