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giovedì 30 agosto 2012

Mirabili sono i doni di Dio


Quanto sono mirabili e preziosi i doni di Dio, fratelli carissimi La vita nell'immortalità, lo splendore nella giustizia, la verità nella libertà, la fede nella confidenza, la padronanza di sé nella santità: tutto questo é stato messo alla portata della nostra intelligenza. Quali saranno allora i beni che sono preparati per coloro che lo aspettano? Solo il Creatore e il Padre dei secoli, il Santo per eccellenza ne conosce la quantità e la bellezza. Noi dunque, al fine di essere partecipi dei doni promessi, facciamo di tutto per ritrovarci nel numero di coloro che lo aspettano.
E come si verificherà questo, fratelli carissimi? Si verificherà se la nostra intelligenza sarà salda in Dio con la fede, se cercheremo con diligenza ciò che é gradito e accetto a lui, se faremo ciò che é conforme alla sua santissima volontà, se seguiremo la via della verità, insomma se ci terremo lontani da ogni ingiustizia, perversità, avarizia, rissa, malizia e inganno. Questa é la via, fratelli carissimi, in cui troviamo la nostra salvezza, Gesù Cristo, mediatore del nostro sacrificio, difensore e aiuto della nostra debolezza. Per mezzo di lui possiamo guardare l'altezza dei cieli, per mezzo di lui contempliamo il volto purissimo e sublime di Dio, per lui sono stati aperti gli occhi del nostro cuore, per lui la nostra mente insensata e ottenebrata rifiorisce nella luce, per mezzo di lui il Padre ha voluto che noi gustassimo la conoscenza immortale. Egli, essendo l'irradiazione della gloria di Dio, é tanto superiore agli angeli, quanto più eccellente é il nome che ha ereditato (cfr. Eb 1, 3-4).
Perciò, fratelli, combattiamo con tutte le forze sotto i suoi irreprensibili comandi. I grandi non possono restare senza i piccoli, né i piccoli senza i grandi. Tutti sono frammisti, di qui il vantaggio reciproco. Prendiamo ad esempio il nostro corpo. La testa senza i piedi non é nulla, come pure i piedi senza la testa. Anche le membra più piccole del nostro corpo sono necessarie e utili a tutto il corpo; anzi tutte si accordano e si sottomettono al medesimo fine, perché tutto il corpo sia saldo. Si assicuri perciò la salvezza di tutto il nostro corpo in Cristo Gesù, e ciascuno sia soggetto al suo prossimo secondo il dono della grazia che gli é stata affidata. Chi é forte si prenda cura di chi é debole, il debole rispetti il forte. Il ricco soccorra il povero, il povero lodi Dio perché gli ha dato uno che viene a colmare la sua indigenza. Il sapiente mostri la sua sapienza non con le parole ma con le opere buone; l'umile non renda testimonianza a se stesso, ma lasci che sia un altro a dargliela. Avendo da Dio tutte queste cose, dobbiamo ringraziarlo di tutto. A lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen. (Capp. 35, 1-5; 36, 1-2; 37, 1. 4-5; 38, 1-2. 4; Funk 1, 105-109).

Dalla”Lettera ai Corinzi” di san Clemente I, papa

venerdì 29 giugno 2012

AVENDO SOFFERTO A CAUSA DELA GELOSIA FURONO DI ESEMPIO PER TUTTI




Lasciando da parte gli esempi dei tempi antichi, veniamo agli atleti che sono stati più vicini a noi. Mettiamoci davanti agli occhi gli esempi eroici della nostra generazione. Coloro che erano le colonne più alte e più sante soffriranno la persecuzione e combatteranno fino alla morte. E questo a causa della persecuzione, suscitata dall'odio e dalla cattiveria. Poniamo davanti ai nostri occhi i valorosi apostoli: Pietro, che per malvagia intolleranza  ebbe a sopportare non uno o due, ma molti dolori e così, avendo data la testimonianza del martirio, se ne andò al luogo di gloria che gli spettava. In seguito conseguì il premio delle sue sofferenze Paolo, vittima dell'accanito fanatismo dei suoi nemici. Messo  sette volte in catene, esiliato, lapidato, fattosi araldo della parola in oriente e in occidente, si rese glorioso per la sua fede.. Dopo di aver insegnato la giustizia a tutto il mondo e aver toccato i confini dell'occidente, rese la sua testimonianza davanti ai governanti. Così passò da questo mondo e se ne andò nel luogo dei santi, modello altissimo di fortezza nella prova. A questi uomini che sono vissuti nella santità, venne ad aggiungersi una  grande moltitudine di eletti i quali, avendo sofferto ancora a causa dell'altrui odio molti oltraggi e tormenti, offrirono a noi un magnifico esempio. A motivo dell'odio, parecchie donne soffrirono persecuzioni come Danàidi e Dirci. Sostennero oltraggi terribili ed empi e così giunsero alla meta della fede. Quantunque deboli di corpo ricevettero un nobile premio. La gelosia alienò gli animi delle donne dai mariti e alterò il detto del nostro padre Adamo: Questo è osso delle mie ossa e carne della mia carne (Cfr Gn 2,23) Gelosia e discordia rovinarono grandi città e sconvolsero dalle radici popoli numerosi.Vi scriviamo queste cose, carissimi, non soltanto per richiamarvi al vostro dovere, ma anche per ricordarlo a noi stessi. Infatti ci ritroviamo nella medesima arena e ci attende il medesimo combattimento. Lasciamo da parte perciò le vane inutili preoccupazioni e ritorniamo alla gloriosa e venerabile norma della nostra tradizione, e cerchiamo di vedere cosa è bello, piacevole gradito agli occhi del nostro Creatore. Teniamo gli occhi fissi sul sangue di Cristo e comprendiamo quanto è prezioso per Dio, suo Padre, il sangue di lui che, sparso per la nostra salvezza, arrecò al mondo intero la grazia della conversione. 

Santi Primi Martiri della Chiesa di Roma
(Dalla "Lettera ai Corinzi" di san Clemente I, papa)




sabato 22 ottobre 2011

Seguiamo la via della verità


Dalla «Lettera ai Corinzi» di san Clemente I, papa
(Capp. 30, 3-4; 34, 2 - 35, 5; Funk, 1, 99, 103-105)


Rivestiamoci di pace, di umiltà, di castità. Teniamoci lontani da ogni mormorazione e maldicenza, e pratichiamo la giustizia non a parole, ma nelle opere. E' scritto infatti: Chi parla molto, sappia anche ascoltare, e il loquace non creda di salvarsi per le sue molte parole (cfr. Gb 11, 2).
Bisogna dunque che ci mettiamo di buon animo a fare il bene, poiché tutto ci è dato dal Signore. Egli ci avverte in precedenza: Ecco il Signore, e la sua ricompensa è con lui, per rendere a ciascuno secondo le sue opere (cfr. Ap 22, 12). Perciò ci esorta a credere in lui con tutto il cuore e a non essere pigri, ma dediti ad ogni opera buona.
Lui sia la nostra gloria e in lui riposi la nostra fiducia. Stiamo soggetti alla sua volontà e consideriamo come tutta la moltitudine degli angeli stia alla sua presenza, a servizio della sua volontà. Dice infatti la Scrittura: «Mille migliaia lo servivano e diecimila miriadi lo assistevano» e «Proclamavano l'uno all'altro: Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti. Tutta la creazione è piena della sua gloria» (Dn 7, 10; Is 6, 3). Anche noi dunque uniamoci nello stesso luogo nella concordia dei sentimenti, e gridiamo continuamente a lui come una sola bocca, per essere partecipi delle sue grandi e gloriose promesse.
E' detto infatti: Occhio mai non vide, né orecchio udì né mai entrarono in cuore d'uomo quelle cose che Dio ha preparato per coloro che lo aspettano (cfr. 1 Cor 2, 9).
Come sono pieni di beatitudine e ammirabili i doni del Signore! La vita nell'immortalità, lo splendore nella giustizia, la verità nella franchezza, la fede nella confidenza, la padronanza di sé nella santità: tutto questo è stato messo alla portata delle nostre capacità. Quali saranno allora i beni che vengono preparati per coloro che lo aspettano? Solo il creatore e padre dei secoli, il santissimo ne conosce la quantità e la bellezza.
Noi dunque, per aver parte ai doni promessi, facciamo di tutto per trovarci nel numero di coloro che aspettano il Signore. E a quali condizioni potrà avvenire questo, o miei cari? Avverrà se il nostro cuore sarà saldo in Dio con la fede, se cercheremo con diligenza ciò che è gradito e accetto a lui, se compiremo ciò che è conforme alla sua santa volontà, se seguiremo la via della verità, rigettando da noi ogni forma di ingiustizia.

Dio è fedele alle sue promesse


Dalla «Lettera ai Corinzi» di san Clemente I, papa
(Capp. 24, 1-5; 27, 1 - 29, 1; Funk, 1, 93-97)

Consideriamo, o carissimi, come il Signore ci mostri continui esempi della risurrezione futura, della quale ci ha dato una primizia in Gesù Cristo, risuscitandolo dai morti.
Osserviamo la risurrezione che avviene nella legge del tempo. Il giorno e la notte ci fanno vedere la risurrezione. La notte si addormenta, il giorno risorge. Il giorno se ne va, la notte sopravviene.
Prendiamo come esempio i frutti. Il seme cos'è, e come si genera? Il seminatore è uscito e ha sparso sulla terra ciascuno dei semi. Questi, caduti per terra secchi e nudi, marciscono. Poi Dio grande e provvidente li fa risorgere dallo stesso disfacimento, e da un solo seme ne ricava molti, e li porta alla fruttificazione.
Le nostre anime stiano attaccate a lui con questa speranza, a lui che è fedele nella promessa e giusto nei giudizi. Colui che ha proibito di mentire, molto meno mentirà egli stesso. Niente infatti è impossibile a Dio, fuorché mentire. Facciamo dunque rivivere la nostra fede in lui e consideriamo come tutte le cose sono a lui congiunte.
Con una parola della sua maestà ha stabilito ogni cosa e con una sua parola può tutto distruggere. Chi potrebbe domandargli: Che hai fatto? O chi potrebbe opporsi alla potenza della sua forza? (cfr. Sap 12,12). Le sue opere egli le farà tutte quando vorrà e come vorrà, e nulla cadrà di quanto egli ha stabilito. Tutto gli sta davanti e nulla sfugge alla sua volontà. «I cieli narrano la gloria di Dio e l'opera delle sue mani annunzia il firmamento. Il giorno al giorno ne affida il messaggio, e la notte alla notte ne trasmette notizia. Non è linguaggio e non sono parole di cui non si oda il suono» (Sal 18,24).
Poiché dunque tutto è aperto ai suoi occhi e alle sue orecchie, rigettiamo ogni torbida fantasia ed evitiamo i sentieri del male per meritare il sostegno della sua misericordia di fronte al giudizio futuro. Dove infatti potremmo sfuggire dalla sua mano potente? Quale altro mondo potrebbe accogliere uno che è fuggiasco da lui? Dice infatti la Scrittura: Dove andrò e dove mi occulterò dalla tua presenza? Se salgo al cielo, là tu sei; se mi recherò alle estremità della terra, mi afferra la tua destra; se mi adagerò in fondo all'abisso, là è il tuo spirito (cfr. Sal 138,7-11).
Dove dunque ritirarsi, o dove fuggire da lui che tutto abbraccia?
Accostiamoci invece a lui nella santità dell'anima, leviamo a lui le mani pure e senza macchia, amiamo il nostro Padre, buono e misericordioso, che ha fatto di noi la sua eredità.

Non andiamo contro la volontà di Dio


Dalla «Lettera ai Corinzi» di san Clemente I, papa
(Capp. 21, 1 - 22, 5; 23, 1-2; Funk, 1, 89-93)

Badate, carissimi, che i benefici di Dio, così grandi e numerosi, non abbiano a convertirsi i condanna per noi, se non viviamo in maniera degna di lui, vale a dire se non facciamo concordemente ciò che è buono e accetto davanti a lui. Dice infatti in un certo passo: «Lo Spirito del Signore è come una fiaccola che scruta tutti i segreti recessi del cuore» (Pro 20, 27 volg.).Pensiamo quanto ci sia vicino, e come a lui nulla resti nascosto dei nostri pensieri e dei nostri propositi. Perciò non andiamo mai contro la sua volontà. Piuttosto che offendere Dio, non esitiamo a metterci in conflitto con gli uomini stolti e senza giudizio, tronfi e superbi e ricchi solo di parole bugiarde.Adoriamo il Signore Gesù Cristo, il cui sangue fu versato per noi, portiamo rispetto a quelli che ci governano, onoriamo gli anziani e istruiamo i giovani nella scienza del timor di Dio, indirizziamo le nostre spose sulla via del bene. Appaiano amabili nella loro vita morale, diano prova della loro disposizione alla dolcezza, manifestino con il tacere di saper moderare la lingua, offrano uguale amore, senza preferenza di persone, a tutti quelli che santamente servono Dio.I nostri figli facciano tesoro degli insegnamenti di Cristo; imparino quale forza abbia davanti a Dio l'umiltà, che cosa possa presso di lui un amore casto, e come il suo timore sia buono e grande. Esso salva tutti quelli che lo praticano santamente nella purezza dell'anima. Dio infatti scruta i pensieri e le intenzioni della mente. Il suo soffio è in noi e ce lo toglierà quando vorrà.Tutto questo è confermato dalla fede che abbiamo in Cristo. Egli infatti per mezzo dello Spirito Santo così ci sprona: «Venite, figli, ascoltatemi; vi insegnerò il timore del Signore. C'è qualcuno che desidera la vita e brama lunghi giorni per gustare il bene? Preserva la lingua dal male, le labbra da parole bugiarde. Stà lontano dal male e fà il bene, cerca la pace e perseguila» (Sal 33, 12-15). Compassionevole e largo di benefici verso tutti, egli è Padre che porta amore speciale verso quanti lo temono. Con dolcezza e bontà egli spande le sue grazie su coloro che si accostano a lui con cuore semplice. Perciò non abbiamo il cuore diviso, e l'anima nostra non insuperbisca per i suoi doni incomparabili e magnifici.

Dio ordina il mondo con armonia e concordia e fa del bene a tutti



Dalla «Lettera ai Corinzi» di san Clemente I, papa
(Capp. 19, 2 - 20, 12; Funk, 1, 87-89)

Fissiamo lo sguardo sul padre e creatore di tutto il mondo e immedesimiamoci intimamente con i suoi magnifici e incomparabili doni di pace e con i suoi benefici. Contempliamolo nella nostra mente e scrutiamo con gli occhi dell'anima il suo amore così longanime. Consideriamo quanto si dimostri benigno verso ogni sua creatura.
I cieli, che si muovono sotto il suo governo, gli sono sottomessi in pace; il giorno e la notte compiono il corso fissato da lui senza reciproco impedimento. Il sole, la luce e il coro degli astri percorrono le orbite prestabilite secondo la sua disposizione senza deviare dal loro corso, e in bell'armonia. La terra, feconda secondo il suo volere, produce a suo tempo cibo abbondante per gli uomini, le bestie e tutti gli esseri animati che vivono su di essa, senza discordanza e mutamento alcuno per rapporto a quanto egli ha stabilito. Gli stessi ordinamenti regolano gli abissi impenetrabili e le profondità della terra. Per suo ordine il mare immenso e sconfinato si raccolse nei suoi bacini e non oltrepassa i confini che gli furono imposti, ma si comporta così come Dio ha ordinato. Ha detto: «Fin qui giungerai e non oltre e qui si infrangerà l'orgoglio delle tue onde» (Gb 38, 11). L'oceano invalicabile per gli uomini e i mondi che si trovano al di là di esso sono retti dalle medesime disposizioni del Signore.
Le stagioni di primavera, d'estate, d'autunno e d'inverno si succedono regolarmente le une alle altre. Le masse dei venti adempiono il loro compito senza ritardi e nel tempo assegnato. Anche le sorgenti perenni, create per il nostro godimento e la nostra salute, offrono le loro acque ininterrottamente per sostentare la vita degli uomini. Persino gli animali più piccoli si stringono insieme nella pace e nella concordia. Tutto questo il grande creatore e Signore di ogni cosa ha comandato che si facesse in pace e concordia, sempre largo di benefici verso tutti, ma con maggiore abbondanza verso di noi che ricorriamo alla sua misericordia per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. A lui la gloria e l'onore nei secoli dei secoli. Amen.

venerdì 8 luglio 2011

Beati noi se praticheremo i comandamenti del Signore nella concordia della carità

Dalla «Lettera ai Corinzi» (Capp. 50, 1-51, 3; 55, 1-4; Funk 1, 125-127. 129)

Vedete, o carissimi, quanto è grande e meravigliosa la carità, e come non si possa esprimere adeguatamente la sua perfezione. Chi è meritevole di trovarsi in essa, se non coloro che Dio ha voluto rendere degni? Preghiamo dunque e chiediamo alla sua misericordia di essere trovati nella carità, liberi da ogni spirito di parte, irreprensibili.
Tutte le generazioni da Adamo fino al presente sono passate; coloro invece che per grazia di Dio sono trovati perfetti nella carità, restano, ottengono la dimora riservata ai buoni e saranno manifestati al sopraggiungere del regno di Cristo. Sta scritto infatti: Entrate nelle vostre stanze; per un momento anche brevissimo fino a che non sia passata la mia ira e il mio furore. Allora mi ricorderò del giorno favorevole e vi farò sorgere dai vostri sepolcri (cfr. Is 26, 20; Ez 37, 12).
Beati noi, o carissimi, se praticheremo i comandamenti del Signore nella concordia della carità, perché per mezzo della carità ci siano rimessi i nostri peccati. È scritto infatti: Beati coloro ai quali sono state rimesse le colpe e perdonata ogni iniquità. Beato l'uomo a cui Dio non imputa alcun male e sulla cui bocca non c'è inganno (cfr. Sal 31, 1).
Questa proclamazione di beatitudine riguarda coloro che Dio ha eletto per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore. A lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
Imploriamo il perdono di tutto ciò che abbiamo commesso di male a causa dell'insidia del nemico. Coloro che furono istigatori di sollevazione e di dissenso, devono considerare bene quello che ci accomuna nella speranza. Coloro infatti che trascorrono la loro vita nel timore e nella carità preferiscono incorrere essi stessi nei tormenti, piuttosto che vedervi cadere il loro prossimo. Desiderano assai più subire loro stessi il biasimo, che compromettere quella concordia così bella e santa propria della nostra tradizione. È meglio per l'uomo confessare i suoi peccati, che indurire il suo cuore. Chi dunque tra voi è nobile di cuore, misericordioso, pieno di carità? Dica allora: Se per causa mia sono sorte animosità, ribellioni, discordie e divisioni, parto, me ne vado dovunque vorrete e farò quello che la comunità mi ingiungerà, purché il gregge di Cristo viva in pace con i presbiteri legittimamente stabiliti.
Chi farà questo si guadagnerà grande gloria in Cristo e ogni uomo lo accoglierà. «Del Signore infatti è la terra e quanto essa contiene» (Sal 24, 1). Questo fanno e faranno quelli che conducono una vita divina, di cui mai avranno a pentirsi.

lunedì 4 luglio 2011

Ciascuno ricerchi ciò che è utile a tutti e non il proprio tornaconto


Dalla «Lettera ai Corinzi» (Capp. 46, 2 - 47, 4; 48, 1-6; Funk 1, 119-123)



Sta scritto: Unitevi ai santi, perché quelli che li seguono saranno santificati. E ancora in un altro passo: Con l'uomo innocente sarai innocente, con l'eletto sarai eletto, ma con il perverso ti pervertirai (cfr. Sal 17, 26). Perciò stiamo uniti agli innocenti e ai giusti, perché essi sono gli eletti di Dio.
Perché liti, collere, discordie, scismi e guerre tra voi? Non abbiamo forse un unico Dio, un unico Cristo, un unico Spirito di grazia diffuso su di noi, un'unica vocazione in Cristo? Perché straziare e lacerare le membra di Cristo, perché ribellarsi contro il proprio corpo e arrivare a tal punto di delirio da dimenticare di essere gli uni membra degli altri?
Ricordate le parole di Gesù nostro Signore. Egli ha detto: Guai a quell'uomo! Sarebbe stato meglio se non fosse mai nato, piuttosto che recare scandalo a uno dei miei eletti; sarebbe meglio che gli fosse messa al collo una pietra da mulino e fosse sommerso nel mare, piuttosto che trarre al male uno dei miei eletti (cfr. Lc 17, 1-2). La vostra scissione ha sviato molti, ha gettato molti nello scoraggiamento, molti nel dubbio, tutti noi nel dolore; e il vostro dissidio perdura tuttora.
Prendete in mano la lettera di san Paolo apostolo. Qual è la cosa che vi ha scritto per prima all'inizio del suo messaggio? Certo è sotto un'ispirazione divina che egli vi ha scritto una lettera su se stesso, su Cefa, su Apollo, perché fin da allora vi era tra voi la tendenza alle fazioni. Ma quel parteggiare vi ha causato allora un peccato minore, perché le vostre preferenze andavano verso apostoli famosi per chiara reputazione e verso un uomo approvato da loro. Ora invece date ascolto a gente da nulla, a persone che vi pervertono e gettano il discredito su quella vostra coesione fraterna, che vi ha resi meritatamente celebri. È un disonore che dobbiamo eliminare al più presto. Buttiamoci ai piedi del Signore e supplichiamolo con lacrime perché, fattosi propizio, ci restituisca la sua amicizia e ci ristabilisca in una magnifica e casta fraternità d'amore.
Questa infatti è la porta della giustizia aperta alla vita, come sta scritto: «Apritemi le porte della giustizia: entrerò a rendere grazie al Signore. È questa la porta del Signore, per essa entrano i giusti» (Sal 117, 19). Sono molte, è vero, le porte aperte, ma la porta della giustizia è precisamente quella di Cristo: beati tutti quelli che sono entrati per essa e hanno diretto i loro passi nella santità e nella giustizia, compiendo tutto nella carità e nella pace.
Vi è qualcuno fedele, capace nell'esporre la dottrina, sapiente nel discernimento dei discorsi, casto nell'agire? Egli deve essere tanto più umile quanto più è ritenuto grande, e deve cercare ciò che è utile a tutti, non il proprio tornaconto.

sabato 18 giugno 2011

Chi può spiegare il mistero della carità divina?

Colui che possiede la carità in Cristo mette in pratica i comandamenti di Cristo.
Chi è capace di svelare l’infinito amore di Dio? 
Chi può esprimere la magnificenza della sua bellezza?
L’altezza a cui conduce la carità, non si può dire a parole.La carità ci congiunge intimamente a Dio, "la carità copre una moltitudine di peccati" (1 Pt 4, 8), la carità tutto sopporta, tutto prende in santa pace.Nulla di volgare nella carità, nulla di superbo.La carità non suscita scismi, la carità opera tutto nella concordia.Nella carità tutti gli eletti di Dio sono perfetti, mentre senza la carità niente è gradito a Dio.Con la carità Dio ci ha attirati a sé. Per la carità che ebbe verso di noi il Signore nostro Gesù Cristo, secondo il divino volere, ha versato per noi il suo sangue e ha dato la sua carne per la nostra carne, la sua vita per la nostra vita.Vedete, o carissimi, quanto è grande e meravigliosa la carità e come non si possa esprimere adeguatamente la sua perfezione.Chi è meritevole di trovarsi in essa, se non coloro che Dio ha voluto rendere degni?Preghiamo dunque e chiediamo dalla sua misericordia di essere trovati nella carità, liberi da ogni spirito di parte, irreprensibili.“ Beati noi, o carissimi, se praticheremo i comandamenti del Signore nella concordia della carità, perché per mezzo della carità ci siamo rimessi i nostri peccati. „Tutte le generazioni da Adamo fino al presente sono passate; coloro invece che per grazia di Dio sono trovati perfetti nella carità, restano, ottengono la dimora riservata ai buoni e saranno manifestati al sopraggiungere del regno di Cristo. Sta scritto infatti: Entrate nelle vostre stanze per un momento anche brevissimo fino a che non sia passata la mia ira e il mio furore. Allora mi ricorderò del giorno favorevole e vi farò sorgere dai vostri sepolcri (cfr. Is 26, 20; Ez 37, 12).Beati noi, o carissimi, se praticheremo i comandamenti del Signore nella concordia della carità, perché per mezzo della carità ci siano rimessi i nostri peccati. E’ scritto infatti: Beati coloro ai quali sono state rimesse le colpe e perdonata ogni iniquità. Beato l’uomo a cui Dio non imputa alcun male e sulla cui bocca non c’è inganno (cfr. Salmo 31, 1). Questa proclamazione di beatitudine riguarda coloro che Dio ha eletto per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore. A lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen.Noi abbiamo creduto all’amore che Dio ha per noi. Chi sta nell’amore dimora in Dio, e Dio in lui. Amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio. Chi sta nell’amore dimora in Dio, e Dio in lui. (1 Gv 4, 15-7)

Fin da principio Dio ha giustificato tutti per mezzo della fede

Dalla " Lettera ai Corinzi " 


Meditiamo attentamente il mistero della benedizione che Dio dà agli uomini e vediamo quali sono le vie che conducono ad essa. Ripercorriamo gli avvenimenti fin dall'inizio.
Per qual motivo il nostro patriarca Abramo fu benedetto? Non forse perché operò la giustizia e la verità mediante la fede? Isacco, pieno di fiducia si lasciò condurre di buon grado al sacrificio, conoscendo il futuro. Giacobbe in umiltà, a motivo del fratello, abbandonò la sua terra e si recò da Làbano cui prestò servizio, e gli furono dati i dodici scettri di Israele.Ora se qualcuno, con animo sincero, passa in rassegna a uno a uno i doni che Dio ha concesso, ne riconoscerà la magnificenza. Da Giacobbe infatti ebbero origine tutti i sacerdoti e i leviti che servono all'altare di Dio, da lui viene il Signore Gesù secondo la carne, da lui i re, i principi e i condottieri della tribù di Giuda. E neppure le altre sue tribù si trovano in minore onore, per il fatto che il Signore promette: " La tua discendenza sarà numerosa come le stelle del cielo " (Gn 15, 5; 22, 17; 26, 4).Tutti costoro dunque si sono acquistati gloria e grandezza non da se stessi o per le loro opere o per la giustizia con cui hanno agito, ma piuttosto per la volontà di Dio. Anche noi perciò, chiamati nel Cristo Gesù, in grazia della sua volontà, siamo giustificati non per nostro merito, né per la nostra sapienza o intelligenza o pietà o altra opera che possiamo aver compiuto sia pure con santità di intenzione, ma per mezzo della fede, con la quale Dio onnipotente ha giustificato tutti fin da principio. A lui sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.Che cosa faremo allora, o fratelli? Cesseremo dalle buone opere e abbandoneremo la carità? Il Signore mai permetta che ci succeda tale sventura, ma affrettiamoci a compiere ogni opera buona. Anzi siano proprio le opere sante fonte della nostra gioia. Imitiamo in ciò il Creatore e Signore dì tutte le cose che gioisce di quanto compie.Egli ha reso stabili i cieli con la sua. sovrana potenza e li ha ordinati con la incomprensibile sapienza; separò pure la terra dall'acqua che la circonda e la consolidò sul sicuro fondamento della sua volontà. Chiamò all'esistenza, con un suo comando, gji animali che si muovono sulla terra; cosi pure, avendo prima predisposto il mare, vi rinchiuse con la sua potenza gli animali che in esso vivono.Al di sopra di tutto plasmò con le sue mani sante e purissime quell'essere superiore ed eccelso che è l'uomo, quale espressione della sua immagine. Così dice infatti Dio: Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza; e Dio fece l'uomo, maschio e femmina li creò (cfr. Gn 1, 26-27).Compiuta la creazione, la trovò bella, la benedisse e comandò agli esseri viventi: " Siate fecondi e moltiplicatevi " (Gn 1, 28).Teniamo presente come tutti i giusti si adornarono di buone opere, e come lo stesso Signore se ne ornò per parte sua e ne gioì. Davanti a un tal modello, aderiamo con prontezza alla sua volontà e con ogni energia compiamo le opere della giustizia.

venerdì 20 maggio 2011

Molte sono le membra, uno il corpo

Dalla «Lettera ai Corinzi» di san Clemente I, papa
(Capp. 36, 1-2; 37-38; Funk, 1, 145-149)

Molti sono i sentieri, una la via
Carissimi, la via, in cui trovare la salvezza, è Gesù Cristo, sacerdote del nostro sacrificio, difensore e sostegno della nostra debolezza.
Per mezzo di lui possiamo guardare l'altezza dei cieli, per lui noi contempliamo il volto purissimo e sublime di Dio, per lui sono stati aperti gli occhi del nostro cuore, per lui la nostra mente insensata e ottenebrata rifiorisce nella luce, per lui il Signore ha voluto che gustassimo la scienza immortale. Egli, che è l'irradiazione della gloria di Dio, è tanto superiore agli angeli, quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato (cfr. Eb 1, 3-4).
Prestiamo servizio, dunque, o fratelli, con ogni alacrità sotto i suoi comandi, santi e perfetti.
Guardiamo i soldati che militano sotto i nostri capi, con quanta disciplina, docilità e sottomissione eseguiscono gli ordini ricevuti. Non tutti sono capi supremi, o comandanti di mille, di cento, o di cinquanta soldati e così via. Ciascuno però nel suo rango compie quanto è ordinato dal re e dai capi superiori. I grandi non possono stare senza i piccoli, né i piccoli senza i grandi. Gli uni si trovano frammisti agli altri, di qui l'utilità reciproca.
Ci serva di esempio il nostro corpo. La testa senza i piedi non è niente, come pure i piedi senza la testa. Anche le membra più piccole del nostro corpo sono necessarie e utili a tutto l'organismo. Anzi tutte si accordano e si sottomettono al medesimo fine che è la salvezza di tutto il corpo.
Tutto ciò che noi siamo nella totalità del nostro corpo, rimaniamo in Gesù Cristo. Ciascuno sia sottomesso al suo prossimo, secondo il dono di grazia a lui concesso.
Il forte si prenda cura del debole, il debole rispetti il forte. Il ricco soccorra il povero, il povero lodi Dio perché gli ha concesso che vi sia chi viene in aiuto alla sua indigenza. Il sapiente mostri la sua sapienza non con le parole, ma con le opere buone. L'umile non dia testimonianza a se stesso, ma lasci che altri testimonino per lui. Chi è casto di corpo non se ne vanti, ma riconosca il merito a colui che gli concede il dono della continenza. Consideriamo dunque, o fratelli, di quale materia siamo fatti, chi siamo e con quale natura siamo entrati nel mondo. Colui che ci ha creati e plasmati fu lui a introdurci nel suo mondo, facendoci uscire da una notte funerea. Fu lui a dotarci di grandi beni ancor prima che nascessimo.
Pertanto, avendo ricevuto ogni cosa da lui, dobbiamo ringraziarlo di tutto. A lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen.

martedì 15 marzo 2011

Fate penitenza

Dalla « Lettera ai Corinzi » di san Clemente I, papa (Cap. 7, 4-8, 3; 8, 5-9, 1; 13, 1-4; 19, 2; Funk 1, 71-73. 77-78, 87)

"Teniamo fissi gli occhi sul sangue di Cristo, per comprendere quanto sia prezioso davanti a Dio suo Padre: fu versato per la nostra salvezza e portò al mondo intero la grazia della penitenza.
Passiamo in rassegna tutte le epoche del mondo e constateremo come in ogni generazione il Signore abbia concesso modo e tempo di pentirsi a tutti coloro che furono disposti a ritornare a lui.
Noè fu l'araldo della penitenza e coloro che lo ascoltarono furono salvi.
Giona predicò la rovina ai Niniviti e questi, espiando i loro peccati, placarono Dio con le preghiere e conseguirono la salvezza. Eppure non appartenevano al popolo di Dio.
Non mancarono mai ministri della grazia divina che, ispirati dallo Spirito Santo, predicassero la penitenza. 
Lo stesso Signore di tutte le cose parlò della penitenza impegnandosi con giuramento:
 Com'è vero ch'io vivo - oracolo del Signore - non godo della morte del peccatore, ma piuttosto della sua penitenza.
Aggiunse ancora parole piene di bontà: Allontànati, o casa di Israele, dai tuoi peccati. Di' ai figli del mio popolo: Anche se i vostri peccati dalla terra arrivassero a toccare il cielo, fossero più rossi dello scarlatto e più neri del silicio, basta che vi convertiate di tutto cuore e mi chiamiate « Padre », ed io vi tratterò come un popolo santo ed esaudirò la vostra preghiera (cfr. Ez 33, 11; Os 14, 2; Is 1, 18, ecc.).
Volendo far godere i beni della conversione a quelli che ama, pose la sua volontà onnipotente a sigillo della sua parola.
Obbediamo perciò alla sua magnifica e gloriosa volontà. 
Prostriamoci davanti al signore supplicandolo di essere misericordioso e benigno. Convertiamoci sinceramente al suo amore. Ripudiamo ogni opera di male, ogni specie di discordia e gelosia, causa di morte. Siamo dunque umili di spirito, o fratelli. Rigettiamo ogni sciocca vanteria, la superbia, il folle orgoglio e la collera. Mettiamo in pratica ciò che sta scritto. Dice, infatti, lo Spirito Santo: 
Non si vanti il saggio della sua saggezza, né il forte della sua forza, né il ricco delle sue ricchezze, ma chi vuol gloriarsi si vanti nel Signore, ricercandolo e praticando il diritto e la giustizia (cfr. Ger 9, 23-24; 1 Cor 1, 31, ecc.).
Ricordiamo soprattutto le parole del Signore Gesù quando esortava alla mitezza e alla pazienza: Siate misericordiosi per ottenere misericordia; perdonate, perché anche a voi sia perdonato; come trattate gli altri, così sarete trattati anche voi; donate e sarete ricambiati; non giudicate, e non sarete giudicati; siate benevoli, e sperimenterete la benevolenza; con la medesima misura con cui avrete misurato gli altri, sarete misurati anche voi (cfr. Mt 5, 7; 6, 14; 7, 1. 2. 12, ecc.).
Stiamo saldi in questa linea e aderiamo a questi comandamenti. Camminiamo sempre con tutta umiltà nell'obbedienza alle sante parole. Dice infatti un testo sacro: Su chi si posa il mio sguardo se non su chi è umile e pacifico e teme le mie parole? (cfr. Is 66, 2).
Perciò avendo vissuto grandi e illustri eventi corriamo verso la meta della pace, preparata per noi fin da principio. Fissiamo fermamente lo sguardo sul Padre e Creatore di tutto il mondo, e aspiriamo vivamente ai suoi doni meravigliosi e ai suoi benefici incomparabili."


giovedì 24 febbraio 2011

Il Verbo di Dio che abita i cieli altissimi è fonte di sapienza

Dalla «Lettera ai Corinzi» di san Clemente I, papa
(Capp. 59, 2 - 60, 4; 61, 3; Funk 1, 135-141) 

Gesù Cristo, Figlio diletto di Dio, ci ha chiamati dalle tenebre alla luce, dall'ignoranza alla conoscenza del suo nome glorioso; perché possiamo operare nel suo nome, che è all'origine di ogni cosa creata.
Per mezzo suo il creatore di tutte le cose conservi intatto il numero dei suoi eletti, che si trovano ovunque per il mondo. Ascolti la preghiera e la supplica che ora noi di cuore gli innalziamo:
Tu hai aperto gli occhi del nostro cuore perché conoscessimo te solo. Altissimo, che abiti nei cieli altissimi, Santo tra i santi. Tu abbatti l'arroganza dei presuntuosi, disperdi i disegni dei popoli, esalti gli umili e abbatti i superbi, doni la ricchezza e la povertà, uccidi e fai vivere, benefattore unico degli spiriti e Dio di ogni carne (cfr Is 57, 15; 13, 1; Sal 32, 10, ecc.).
Tu scruti gli abissi, conosci le azioni degli uomini, aiuti quanti sono in pericolo, sei la salvezza di chi è senza speranza, il creatore e il vigile pastore di ogni spirito. Tu dai incremento alle nazioni della terra e tra tutte scegli coloro che ti amano per mezzo del tuo Figlio diletto Gesù Cristo, per opera del quale ci hai istruiti, santificati, onorati.
Ti preghiamo, o Signore, sii nostro aiuto e sostegno. Libera quelli tra noi che si trovano nella tribolazione, abbi pietà degli umili, rialza i caduti, vieni incontro ai bisognosi, guarisci i malati, riconduci i traviati al tuo popolo. Sazia chi ha fame, libera i nostri prigionieri, solleva i deboli, da' coraggio a quelli che sono abbattuti.
Tutti i popoli conoscano che tu sei il Dio unico, che Gesù Cristo è tuo Figlio, e noi «tuo popolo e gregge del tuo pascolo» (Sal 78, 13).
Tu con la tua azione ci hai manifestato il perenne ordinamento del mondo. Tu, o Signore, hai creato la terra e resti fedele per tutte le generazioni. Sei giusto nei giudizi, ammirabile nella fortezza, incomparabile nello splendore, sapiente nella creazione e provvido nella sua conservazione, buono in tutto ciò che vediamo e fedele verso coloro che confidano in te, o Dio benigno e misericordioso. Perdona a noi iniquità e ingiustizie, mancanze e negligenze.
Non tener conto di ogni peccato dei tuoi servi e delle tue serve, ma purificaci nella purezza della tua verità e guida i nostri passi, perché camminiamo nella pietà, nella giustizia e nella semplicità del cuore, e facciamo ciò che è buono e accetto davanti a te e a quelli che ci guidano.
O Signore e Dio nostro, fa' brillare il tuo volto su di noi perché possiamo godere dei tuoi beni nella pace, siamo protetti dalla tua mano potente, liberati da ogni peccato con la forza del tuo braccio eccelso, e salvati da coloro che ci odiano ingiustamente.
Dona la concordia e la pace a noi e a tutti gli abitanti della terra, come le hai date ai nostri padri, quando ti invocavano piamente nella fede e nella verità. Tu solo, o Signore, puoi concederci questi benefici e doni più grandi ancora.
Noi ti lodiamo e ti benediciamo per Gesù Cristo, sommo sacerdote e avvocato delle nostre anime. Per mezzo di lui salgano a te l'onore e la gloria ora, per tutte le generazioni e nei secoli dei secoli. Amen.

mercoledì 23 febbraio 2011

Il Verbo di Dio che abita i cieli altissimi è fonte di sapienza







Dalla «Lettera ai Corinzi» di san Clemente I, papa
(Capp. 59, 2 - 60, 4; 61, 3; Funk 1, 135-141)

Gesù Cristo, Figlio diletto di Dio, ci ha chiamati dalle tenebre alla luce, dall'ignoranza alla conoscenza del suo nome glorioso; perché possiamo operare nel suo nome, che è all'origine di ogni cosa creata.
Per mezzo suo il creatore di tutte le cose conservi intatto il numero dei suoi eletti, che si trovano ovunque per il mondo. Ascolti la preghiera e la supplica che ora noi di cuore gli innalziamo:
Tu hai aperto gli occhi del nostro cuore perché conoscessimo te solo. Altissimo, che abiti nei cieli altissimi, Santo tra i santi. Tu abbatti l'arroganza dei presuntuosi, disperdi i disegni dei popoli, esalti gli umili e abbatti i superbi, doni la ricchezza e la povertà, uccidi e fai vivere, benefattore unico degli spiriti e Dio di ogni carne (cfr Is 57, 15; 13, 1; Sal 32, 10, ecc.).
Tu scruti gli abissi, conosci le azioni degli uomini, aiuti quanti sono in pericolo, sei la salvezza di chi è senza speranza, il creatore e il vigile pastore di ogni spirito. Tu dai incremento alle nazioni della terra e tra tutte scegli coloro che ti amano per mezzo del tuo Figlio diletto Gesù Cristo, per opera del quale ci hai istruiti, santificati, onorati.
Ti preghiamo, o Signore, sii nostro aiuto e sostegno. Libera quelli tra noi che si trovano nella tribolazione, abbi pietà degli umili, rialza i caduti, vieni incontro ai bisognosi, guarisci i malati, riconduci i traviati al tuo popolo. Sazia chi ha fame, libera i nostri prigionieri, solleva i deboli, da' coraggio a quelli che sono abbattuti.
Tutti i popoli conoscano che tu sei il Dio unico, che Gesù Cristo è tuo Figlio, e noi «tuo popolo e gregge del tuo pascolo» (Sal 78, 13).
Tu con la tua azione ci hai manifestato il perenne ordinamento del mondo. Tu, o Signore, hai creato la terra e resti fedele per tutte le generazioni. Sei giusto nei giudizi, ammirabile nella fortezza, incomparabile nello splendore, sapiente nella creazione e provvido nella sua conservazione, buono in tutto ciò che vediamo e fedele verso coloro che confidano in te, o Dio benigno e misericordioso. Perdona a noi iniquità e ingiustizie, mancanze e negligenze.
Non tener conto di ogni peccato dei tuoi servi e delle tue serve, ma purificaci nella purezza della tua verità e guida i nostri passi, perché camminiamo nella pietà, nella giustizia e nella semplicità del cuore, e facciamo ciò che è buono e accetto davanti a te e a quelli che ci guidano.
O Signore e Dio nostro, fa' brillare il tuo volto su di noi perché possiamo godere dei tuoi beni nella pace, siamo protetti dalla tua mano potente, liberati da ogni peccato con la forza del tuo braccio eccelso, e salvati da coloro che ci odiano ingiustamente.
Dona la concordia e la pace a noi e a tutti gli abitanti della terra, come le hai date ai nostri padri, quando ti invocavano piamente nella fede e nella verità. Tu solo, o Signore, puoi concederci questi benefici e doni più grandi ancora.
Noi ti lodiamo e ti benediciamo per Gesù Cristo, sommo sacerdote e avvocato delle nostre anime. Per mezzo di lui salgano a te l'onore e la gloria ora, per tutte le generazioni e nei secoli dei secoli. Amen.