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venerdì 24 agosto 2012

Fonte della salvezza e della vera vita


Pensa, ti prego, che Nostro Signore Gesù Cristo è il tuo vero capo, e che fai parte delle sue membra. Egli ti appartiene come il capo al corpo. Tutto ciò che è suo, è tuo: il suo Spirito, il suo cuore, il suo corpo, la sua anima, e tutte le sue facoltà. Tu ne devi usare come di cose tue per servire, lodare, amare e glorificare Dio. Tu gli appartieni come le membra al loro capo. Parimenti egli desidera usare, coma cosa che gli appartenga, tutto ciò che è tuo, per indirizzarlo al servizio e alla gloria del Padre suo. Non solamente egli ti appartiene, ma vuole essere in te, vivendo e dominando in te come il capo vive e regna nelle sue membra. Egli vuole che tutto ciò che è in lui viva e domini in te: il suo spirito nel tuo spirito, il suo cuore nel tuo cuore, tutte le facoltà della sua anima nelle facoltà della tua anima, perché anche in te si adempiano queste divine parole: «Glorificate Dio nel vostro corpo» (1 Cor 6, 20) e perché la vita di Gesù si manifesti in te.
E non basta che tu appartenga al Figlio di Dio, ma devi essere in lui, come le membra sono nel loro capo. Tutto ciò che è in te deve essere incorporato in lui e da lui ricevere vita e guida. Non c`è vera vita per te se non in lui solo, che è la fonte esclusiva della vera vita. Fuori di lui per te non c`è che morte e perdizione. Egli deve essere il solo criterio delle tue iniziative, delle tue azioni, delle tue energie e della tua vita. Tu non devi vivere che di lui e per lui, seguendo queste divine parole: «Nessuno di noi vive per se stesso e nessuno muore per se stesso, perché se noi viviamo, viviamo per il Signore; se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo dunque del Signore. Per questo infatti Cristo è morto ed è tornato alla vita: per essere il Signore dei morti e dei vivi» (Rm 14, 7-9).
Dunque tu sei una sola cosa con questo stesso Gesù, come le membra sono una sola cosa con il loro capo. Perciò devi avere con lui uno stesso spirito, una stessa anima, una stessa vita, una stessa volontà, uno stesso sentimento, uno stesso cuore. E lui stesso deve essere il tuo spirito, il tuo cuore, il tuo amore, la tua vita e il tuo tutto.
Ora queste grandi verità traggono origine nel cristiano dal battesimo, vengono accresciute e rafforzate dal sacramento della confermazione e dal buon uso delle altre grazie partecipate da Dio, e ricevono il loro supremo perfezionamento dalla santa Eucaristia.
Per questo Cristo è morto ed è tornato alla vita: per essere il Signore dei morti e dei vivi. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore. Nessuno di noi vive per se stesso e nessuno muore per se stesso. (Rm 14, 9. 8. 7)

 dal trattato «L`ammirabile Cuore di Gesù» di san Giovanni Eudes, sacerdote
    (Lib. 1, 5, § 2-3; Opera omnia 6, 107. 113-115)

sabato 12 novembre 2011

I misteri di Cristo e la vita della Chiesa


Dal trattato «Il Regno di Gesù» di san Giovanni Eudes, sacerdote
(Parte 3,4; Œuvres complètes, 1,310-312)


Noi dobbiamo sviluppare continuamente in noi e, in fine, completare gli stati e i misteri di Gesù. Dobbiamo poi pregarlo che li porti lui stesso a compimento in noi e in tutta la sua Chiesa.
Infatti i misteri di Gesù non hanno ancora raggiunto la loro totale perfezione e completezza. Essi sono certo completi e perfetti per quanto riguarda la persona di Gesù, non lo sono tuttavia ancora in noi che siamo sue membra, e nemmeno nella sua Chiesa, che è il suo corpo mistico. Il Figlio di Dio desidera una certa partecipazione e come un'estensione e continuazione in noi e in tutta la sua Chiesa del mistero della sua incarnazione, della sua nascita, della sua infanzia, della sua vita nascosta. Lo fa prendendo forma in noi, nascendo nelle nostre anime per mezzo dei santi sacramenti del battesimo e della divina eucaristia. Lo compie facendoci vivere di una vita spirituale e interiore che sia nascosta con lui in Dio.
Egli intende rendere perfetti in noi i misteri della sua passione, della sua morte e della sua risurrezione. Li attua facendoci soffrire, morire e risuscitare con lui e in lui. Egli desidera comunicare a noi la condizione gloriosa e immortale che egli possiede in cielo. Ottiene questo fine facendoci vivere con lui e in lui di una vita gloriosa e immortale. Questo lo farà quando lo avremo raggiunto in cielo. Allo stesso modo egli si ripromette di realizzare in noi e nella sua Chiesa tutti gli altri suoi stati e misteri. A ciò perviene attraverso quanto ci comunica e ci partecipa. San Paolo dice che il Cristo cresce e giunge alla sua maturità nella Chiesa e che noi contribuiamo a questo processo di sviluppo. Noi effettivamente cooperiamo a creare l'uomo perfetto e a portare a piena maturità il Cristo (cfr. Ef 4,13). In questo senso si capisce bene l'Apostolo quando afferma che completa nella sua carne quello che manca ai patimenti di Cristo (cfr. Col 1,24). E come la perfezione dei santi non arriva al suo culmine se non alla fine del tempo stabilito da Dio, così i misteri di Gesù non raggiungeranno il grado ultimo e assoluto della loro azione di salvezza nei singoli e nella Chiesa se non alla fine del mondo. Solo nel giorno del giudizio universale il corpo mistico arriverà alla sua età perfetta.