domenica 13 novembre 2011

«Pregare sempre senza scoraggiarsi»

Isacco di Siria (VII secolo), monaco nella regione di Mossul, santo delle Chiese ortodosse
Discorsi ascetici, I serie, § 21

Beato l'uomo che riconosce la sua debolezza. 
Poiché questa conoscenza è in lui fondamento, radice, principio di ogni atto buono... 
Quando un uomo sa di aver bisogno dell'aiuto di Dio, prega molto. E più prega, più il suo cuore è diventa umile... 
Con questa comprensione, conserva la preghiera è come un tesoro nella sua anima. 
E la sua gioia è così grande che la sua preghiera diventa azione di grazie... 
Guidato da questa conoscenza egli contempla la grazia di Dio, Gli parla, Lo loda e Lo glorifica, Gli dice la sua gratitudine col cuore colmo di meraviglia. 
Chi è giunto veramente, non per immaginazione, a portare questi segni e a vivere questa esperienza, sa ciò che dico e nulla potrà contrastarlo. 
Che non desideri più la vanità, che perseveri nella via di Dio con la preghiera continua, nel timore di perdere l'abbondanza dell'aiuto divino! 
Questi favori sono dati all'uomo dal momento in cui riconosce la propria debolezza. 
Desiderando intensamente l'aiuto di Dio, si avvicina a Dio restando in preghiera. 
E quanto più s'avvicina a Dio per sua volontà, tanto più Dio si avvicina a lui attraverso i suoi doni e non lo priva della sua grazia, per via della sua grande umiltà. Poiché un tale uomo è come la vedova che non smette d'importunare il giudice perché le renda giustizia nei confronti del suo avversario. 
Dio pietoso tarda a concedere le sue grazie perché l'uomo in questa attesa sia spinto ad avvicinarsi a Lui, a restare vicino a Colui dal quale viene il suo bene, di cui ha tanto bisogno.

Nessun commento:

Posta un commento