venerdì 16 dicembre 2011

Il primo dolore




 Tre anni!
l’età dei giochi, l’età più felice che non conosce dolori, la bella età che torna alla memoria come sogno lontano, come un indefinito ricordo.
A tre anni tutti i bimbi di questo mondo corrono e saltano felici attorno alla loro manna che se li custodisce come i più cari gioielli; a tre anni essi sentono il bisogno di non lasciarla mai, e alla sera quando il dolce sonno dell’innocenza scende sui loro occhi puri, le loro piccole mani restano chiuse tra le mani di colei che giustamente è detta l’Angelo della famiglia.
Eppure a tre anni la piccola Maria lasciava la casa paterna, la Santa sua  Mamma, il Padre suo, per entrare nel Tempio di Gerusalemme.
La  Chiesa pone questa cara festa nel mese di novembre.
Noi non sappiamo se tale data corrisponda alla realtà dell’avvenimento, ma dovette essere certo un ben triste giorno quello in cui la più avventurata delle madri si separò dalla più preziosa delle figlie.
E se non cadevano le foglie, quale presagio della fredda stagione, se gli uccelli volavano ancora nel bel cielo orientale, senza dubbio nel cuore di Anna era autunno… un freddo autunno, dal cielo bigio e dalla pioggia amara .. Lunga era la strada di Nazaret e Gerusalemme. Quante ore di martirio per quella Madre che forse portava tra le sue braccia per l’ultima volta la sua diletta creatrura!Ad ogni passo  un ricordo una più acuta nostalgia di quella figlioletta dolcissima, tanto desiderata, tanto sognata  e venuta finalmente a consolare l’esistenza di due poveri cuori!
Eppure era d’uopo separarsene . Quel gran dono di Dio: tale era stata la promessa! E la piccina?Oh seguiamola col nostro cuore in quel lungo, doloroso viaggio! Ciò che non comprendono i bimbi di tre anni ben comprendeva Maria, che dotata dei più alti doni di Dio, a quella tenera età aveva già completamente l’uso della ragione.
Ella sapeva di dover lasciare la Madre sua, il Padre, la povera ma cara casetta natia, il suo paese. Sapeva che quel distacco poteva essere completo, perché la Mamma era già avanti negli anni e il padre pure… sapeva e intuiva tutto lo strazio di quei due cuori, e non poteva non sentire nel suo animo divinamente amoroso  acerbissimo e crudele questo primo dolore! Se in Essa Iddio aveva concentrato, per così dire tutte le finezze, tutte le virtù tutte le delicatezze e le sensibilità umane, è naturale pensare che Ella sentisse assai più profondamente d’ogni altra creatura anche il dolore.
E certo il suo sguardo si sarà incontrato più volte con gli occhi velati di pianto della Madre sua, e uno sforzo supremo avrà dovuto fare quel piccolo cuore per trattenere a sua volta le lacrime. E come non avrà notato la soave bambina quel volo bruno , contratto dalla pena, quelle rughe divenute più profonde del Padre suo? Oh come sarebbe stato dolce restare nella casetta silenziosa nascosta  tra il verde delle palme … come sarebbe stato dolce poter consolare quelle due care vite, poterle circondare  d’infantile tenerezza e sentirsi pure teneramente amata da quei due cuori!
Ma no ! Altro voleva da Lei il Signore. Chiamata alla vita per essere un giorno la madre del’uomo dei dolori, Ella doveva imparare a conoscere la sofferenza fin dai più teneri anni, e a questa divina volontà la piccola Eletta sapeva già chi chinare il capo e ripetere il grande “Fiat”!
O giovinetta qual è stato il tuo primo dolore e con quanta fortezza tu l’hai affrontato?
Certo non fu  alla tenera età di tre anni come per la tua Madre Santa. Allora avrai pianto per una bambolo infranta, per un capriccio non soddisfatto, ma di ciò non te ne resta ora neppure il ricordo.
Più tardi quando è incominciata anche per te la vita del cuore e della intelligenza, forse avrai provato il tuo primo dolore.
Ebbene, figliuola, forse tu piangi e ti amareggi oltre misura per compiere quel sacrificio, per accettare quella rinuncia. Quanto diverso è il tuo contegno da quello della piccola guida!
Tu l’hai veduta entrare nel tempio con serena accettazione della  S. Volontà di Dio, tu hai veduto lasciare gli animali genitori con fortezza ben superiore alla sua tenera età, e fare del suo sacrificio un generoso dono d’amore. Ebbene prendi per  modello la dolce Bambina e dille che t’insegni la maniera di saper soffrire. Forse per ora tu cammini ancora per un sentiero seminato di fiori e non sai cosa voglia dire dolore.
Appunto per questo sappi almeno essere generosa nelle piccole rinunce , nelle minime cose che ti costano un qualche sacrificio. Se ti pesa lo studio e ti sembrano dure le ore che sei costretta a passare a scuola o nel lavoro o nell’ufficio, pensa a quella piccina di tre anni che con tanto eroismo lascia la sua dolce casetta, le carezze materne, tutte le care piccole cose amate per iniziare una vita di sacrificio e di rinunzia. Vedi come  Maria t’insegna a saper soffrire già dai suoi più teneri anni. Coraggio dunque, figliuola, a questa luce radiosa inizia anche tu il cammino e non ti sia grave soffrire qualche cosa per amor di Dio.

4^ meditazione la vita di Maria. 


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