domenica 25 dicembre 2011

Nella pienezza dei tempi è venuta anche la pienezza della divinità


Dai «Discorsi» di san Bernardo, abate
    (Disc. 1 per l’Epifania, 1-2; PL 133, 141-143)

Si sono manifestate la bontà e l’umanità di Dio Salvatore nostro (cfr. Tt 2, 11). Ringraziamo Dio che ci fa godere di una consolazione così grande in questo nostro pellegrinaggio di esuli, in questa nostra miseria.
 Prima che apparisse l’umanità, la bontà era nascosta: eppure c’era anche prima, perché la misericordia di Dio è dall’eternità. Ma come si poteva sapere che è così grande? Era promessa, ma non si faceva sentire, e quindi da molti non era creduta.
Molte volte e in diversi modi il Signore parlava nei profeti (cfr. Eb 1, 1). Io - diceva - nutro pensieri di pace, non di afflizione (cfr. Ger 29, 11). Ma che cosa rispondeva l’uomo, sentendo l’afflizione e non conoscendo la pace? Per questo gli annunziatori di pace piangevano amaramente (cfr. Is 33, 7) dicendo: Signore, chi ha creduto al nostro annunzio? (cfr. Is 53, 1).
Ma ora almeno gli uomini credono dopo che hanno visto, perché la testimonianza di Dio è diventata pienamente credibile (cfr. Sal 92, 5). Per non restare nascosto neppure all’occhio torbido, Egli ha posto nel sole il suo tabernacolo (cfr. Sal 18, 6).
Dio ci ha predestinati ad essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo: questo è il suo piano di amore, * a lode e gloria della sua grazia.(Ef 1, 5).
Ecco la pace: non promessa, ma inviata; non differita, ma donata; non profetata, ma presente. Dio Padre ha inviato sulla terra un sacco, per così dire, pieno della sua misericordia; un sacco che fu strappato a pezzi durante la passione perché ne uscisse il prezzo che chiudeva in sé il nostro riscatto; un sacco certo piccolo, ma pieno, se ci è stato dato un Piccolo (cfr. Is 9, 5) in cui però «abita corporalmente tutta la pienezza della divinità» (Col 2, 9).
Quando venne la pienezza dei tempi, venne anche la pienezza della divinità.
Venne Dio nella carne per rivelarsi anche agli uomini che sono di carne, e perché fosse riconosciuta la sua bontà manifestandoi nell’umanità.
Manifestandosi Dio nell’uomo, non può più esserne nascosta la bontà. Quale prova migliore della sua bontà poteva dare se non assumendo la mia carne? Proprio la mia, non la carne che Adamo ebbe prima della colpa.
Nulla mostra maggiormente la sua misericordia che l’aver egli assunto la nostra stessa miseria. Signore, che è quest’uomo perché ti curi di lui e a lui rivolga la tua attenzione? (cfr. Sal 8, 5; Eb 2, 6).
Egli ci ha conosciuti da sempre, e ci ha predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio suo.(Rm 8, 29).
Da questo sappia l’uomo quanto Dio si curi di lui, e conosca che cosa pensi e senta nei suoi riguardi.
Non domandare, uomo, che cosa soffri tu, ma che cosa ha sofferto lui. Da quello a cui egli giunse per te, riconosci quanto tu valga per lui, e capirai la sua bontà attraverso la sua umanità.
Come si è fatto piccolo incarnandosi, così si è mostrato grande nella bontà; e mi è tanto più caro quanto più per me si è abbassato.
Si sono manifestate - dice l’Apostolo - la bontà e l’umanità di Dio nostro Salvatore (cfr. Tt 3, 4).
Grande certo è la bontà di Dio e certo una grande prova di bontà egli ha dato congiungendo la divinità con l’umanità.

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