domenica 1 gennaio 2012

I due precetti dell'amore



Dai «trattati su Giovanni»:
Tratt. 17, 7-9; CCL 36, 174-175 
  sant'Agostino, vescovo


È venuto il Signore, maestro di carità, pieno egli stesso di carità, a «ricapitolare la parola sulla terra» (Rm 9, 28), come di lui fu predetto, e ha mostrato che la Legge e i Profeti si fondano sui due precetti dell'amore. Ricordiamo insieme, fratelli, quali sono questi due precetti. Essi devono esservi ben noti e non solo venirvi in mente quando ve li richiamiamo: non si devono mai cancellare dai vostri cuori.
Sempre in ogni istante abbiate presente che bisogna amare Dio e il prossimo: «Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la mente»; e il prossimo come se stessi» (cfr. Mt 22, 37. 39). Questo dovete sempre pensare, meditare e ricordare, praticare e attuare. 
L'amore di Dio è il primo come comandamento, ma l'amore del prossimo è primo come attuazione pratica. Colui che ti dà il comando dell'amore in questi due precetti non ti insegna prima l'amore del prossimo, poi quello di Dio, ma viceversa. 
Siccome però Dio tu non lo vedi ancora, amando il prossimo ti acquisti il merito di vederlo; amando il prossimo purifichi l'occhio per poter vedere Dio, come chiaramente afferma Giovanni: «Se non ami il fratello che vedi, come potrai amare Dio che non vedi?» (cfr. 1 Gv 4, 20). 
Se sentendoti esortare ad amare Dio, tu mi dicessi: «Mostrami colui che devo amare», io non potrei che risponderti con Giovanni: «Nessuno mai vide Dio» (Gv 1, 18). Ma perché tu non ti creda escluso totalmente dalla possibilità di vedere Dio, lo stesso Giovanni dice: «Dio è amore; chi sta nell'amore dimora in Dio» (1 Gv 4, 16). Tu dunque ama il prossimo e guardando dentro di te donde nasca quest'amore, vedrai, per quanto ti è possibile, Dio.
Comincia quindi ad amare il prossimo.
«Spezza il tuo pane con chi ha fame, introduci in casa i miseri senza tetto, vesti chi vedi ignudo, e non disprezzare quelli della tua stirpe» (cfr. Is 58, 7). Facendo questo che cosa otterrai? «Allora la tua luce sorgerà come l'aurora» (Is 58, 8). La tua luce è il tuo Dio, egli è per te la luce mattutina perché verrà dopo la notte di questo mondo: egli non sorge né tramonta, risplende sempre. 
Amando il prossimo e prendendoti cura di lui, tu cammini.
E dove ti conduce il cammino se non al Signore, a colui che dobbiamo amare con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la mente? Al Signore non siamo ancora arrivati, ma il prossimo l'abbiamo sempre con noi. Aiuta, dunque, il prossimo con il quale cammini, per poter giungere a colui con i quale desideri rimanere.

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