venerdì 29 giugno 2012

AVENDO SOFFERTO A CAUSA DELA GELOSIA FURONO DI ESEMPIO PER TUTTI




Lasciando da parte gli esempi dei tempi antichi, veniamo agli atleti che sono stati più vicini a noi. Mettiamoci davanti agli occhi gli esempi eroici della nostra generazione. Coloro che erano le colonne più alte e più sante soffriranno la persecuzione e combatteranno fino alla morte. E questo a causa della persecuzione, suscitata dall'odio e dalla cattiveria. Poniamo davanti ai nostri occhi i valorosi apostoli: Pietro, che per malvagia intolleranza  ebbe a sopportare non uno o due, ma molti dolori e così, avendo data la testimonianza del martirio, se ne andò al luogo di gloria che gli spettava. In seguito conseguì il premio delle sue sofferenze Paolo, vittima dell'accanito fanatismo dei suoi nemici. Messo  sette volte in catene, esiliato, lapidato, fattosi araldo della parola in oriente e in occidente, si rese glorioso per la sua fede.. Dopo di aver insegnato la giustizia a tutto il mondo e aver toccato i confini dell'occidente, rese la sua testimonianza davanti ai governanti. Così passò da questo mondo e se ne andò nel luogo dei santi, modello altissimo di fortezza nella prova. A questi uomini che sono vissuti nella santità, venne ad aggiungersi una  grande moltitudine di eletti i quali, avendo sofferto ancora a causa dell'altrui odio molti oltraggi e tormenti, offrirono a noi un magnifico esempio. A motivo dell'odio, parecchie donne soffrirono persecuzioni come Danàidi e Dirci. Sostennero oltraggi terribili ed empi e così giunsero alla meta della fede. Quantunque deboli di corpo ricevettero un nobile premio. La gelosia alienò gli animi delle donne dai mariti e alterò il detto del nostro padre Adamo: Questo è osso delle mie ossa e carne della mia carne (Cfr Gn 2,23) Gelosia e discordia rovinarono grandi città e sconvolsero dalle radici popoli numerosi.Vi scriviamo queste cose, carissimi, non soltanto per richiamarvi al vostro dovere, ma anche per ricordarlo a noi stessi. Infatti ci ritroviamo nella medesima arena e ci attende il medesimo combattimento. Lasciamo da parte perciò le vane inutili preoccupazioni e ritorniamo alla gloriosa e venerabile norma della nostra tradizione, e cerchiamo di vedere cosa è bello, piacevole gradito agli occhi del nostro Creatore. Teniamo gli occhi fissi sul sangue di Cristo e comprendiamo quanto è prezioso per Dio, suo Padre, il sangue di lui che, sparso per la nostra salvezza, arrecò al mondo intero la grazia della conversione. 

Santi Primi Martiri della Chiesa di Roma
(Dalla "Lettera ai Corinzi" di san Clemente I, papa)




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