mercoledì 20 giugno 2012

Tu ci lavi i piedi

È ancora la preghiera che Ambrogio innalza nella festa di Pasqua in cui è avvenuto il lavacro battesimale, il cui rito a Milano comprendeva anche la lavanda dei piedi. Il mio Signore depone la veste, si cinge di un asciugatoio, versa dell’acqua nel catino e lava i piedi ai suoi discepoli:
anche a noi egli vuole lavare i piedi; non solo a Pietro, ma anche a ciascun fedele dice:




«Se non ti laverò i piedi, non avrai parte con me ».




Vieni, Signore Gesù,
deponi la veste che hai indossato per me;
spògliati,
per rivestirci della tua misericordia.
Cingiti di un asciugatoio,
per cingerci con il tuo dono,
che è l’immortalità.
Metti dell’acqua nel catino,
e lavaci non soltanto i piedi, ma anche il capo,
non solo i piedi del nostro corpo,
ma anche quelli dell’anima.
Voglio deporre tutta la lordura della nostra fragilità.
Quanto è grande questo mistero!
Quasi fossi un servitore lavi i piedi ai tuoi servi,
e come Dio mandi dal cielo la rugiada.
Ma non solo tu ci lavi i piedi,
ci inviti anche ad assiderci a tavola con te,
e ci esorti con l’esempio della tua condiscendenza:
« Voi mi chiamate Signore e Maestro, e dite bene, perché lo sono.
Se vi ho lavato i piedi, io che sono il Signore e il Maestro, anche voi lavatevi i piedi l’un l’altro ».
Voglio lavare anch’io i piedi ai miei fratelli,
voglio osservare il comandamento del Signore.
Egli mi comandò di non aver vergogna,
di non disdegnare di compiere quello che lui stesso aveva fatto prima di me;
il mistero dell’umiltà mi è di vantaggio:
mentre detergo gli altri,
purifico le mie macchie.


Amb., De Spir. Sanc., I, 12-15)

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