giovedì 13 dicembre 2012

Nel cuore di Cristo la sorgente della missione apostolica


Prima di partire per la Germania, di cui è chiamato a giusto titolo secondo apostolo, san Pietro Canisio, ricevuta la benedizione apostolica, ebbe esperienza di altissimi fatti spirituali, che egli stesso descrisse con le seguenti parole: «È piaciuto alla tua immensa bontà, o Pontefice eterno, che io sollecitamente affidassi l’efficacia e la conferma di [quella] benedizione apostolica ai tuoi apostoli, che vengono visitati in Vaticano e che, per tuo volere, compiono cose meravigliose: là io ho sentito che una grande consolazione e la presenza della tua grazia mi venivano concesse per mezzo di simili intercessori. Anch’essi infatti mi benedicevano, confermavano la mia missione in Germania, e sembravano trasmettermi, come all’apostolo della Germania, l’appoggio della loro benevolenza. Tu conosci, Signore, in quanti modi e quante volte – in quello stesso giorno – mi hai affidato la Germania, per la quale in seguito avrei continuato ad essere sollecito, per la quale avrei desiderato vivere e morire.
Tu, alla fine, come se mi aprissi il cuore del tuo sacratissimo corpo, che mi sembrava di vedere davanti a me, mi hai comandato di bere a quella sorgente, invitandomi, per così dire, ad attingere le acque della mia salvezza dalle tue fonti, o mio Salvatore. Ed io desideravo ardentemente che fiumi di fede, di speranza e di carità di là si versassero in me. Avevo sete di povertà, di castità, di obbedienza e domandavo di essere da te tutto lavato, vestito e onorato. Quindi, dopo che avevo osato giungere al tuo cuore dolcissimo ed estinguere in esso la mia sete, tu mi promettevi una veste intessuta di tre parti, che potessero proteggere la nudità della mia anima e che fossero sommamente adatte a questa missione: erano la pace, l’amore e la perseveranza. Rivestito di questo indumento di salvezza, io avevo fiducia che niente mi sarebbe mancato, ma ogni cosa si sarebbe realizzata per la tua gloria».

Dagli «Scritti» di san Pietro Canisio, sacerdote
(Ed. O. Braunsberger, Petri Canisìì Epistulae et Acta, I, Friburgi Brisgoviae, 1896, pp. 53-55)




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