Dopo ciò,
aggiunsi: Tale è quindi l`intero Salmo; e per mostrarvi che esso si riferisce a
Cristo, ne riprendo l`esposizione. Il suo inizio: Dio, Dio mio, rivolgimi la
tua attenzione. Perché mi hai abbandonato? (Sal 21,2), annuncia fin
dai tempi antichi ciò che doveva essere detto da Cristo. Infatti, sulla croce,
egli dice: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? (Mt 27,47;
Mc 15,34). Poi continua:
Lontano
dalla mia salvezza sono le parole dei miei falli;
Dio mio,
durante il giorno verso te io grido,
ma tu non
mi ascolti; e così durante la notte,
e non vi
era ignoranza da parte mi (Sal
21,2-3).
Queste parole
esprimono ciò che egli doveva fare. Infatti, il giorno in cui doveva essere
crocifisso, egli prese tre dei suoi discepoli per avviarsi al monte degli
Ulivi, posto immediatamente di fronte al tempio di Gerusalemme, e pregò
dicendo: Padre, se possibile, passi da me questo calice (Mt 26,39).
Poi, proseguendo la preghiera, dice: Non però la mia, ma la tua volontà sia
fatta (ibid.), dimostrando in tutto ciò che si era fatto uomo soffrendo
davvero. E perché non si potesse dire: «Ignorava quindi di dover soffrire!», il
Salmo subito prosegue: e non vi era ignoranza da parte mia. E come non
fu ignoranza da parte di Dio chiedere ad Adamo dove fosse, e a Caino dove fosse
Abele, bensì per far provare vergogna a ciascuno di loro per quello che erano,
anche perché arrivasse a noi per iscritto la conoscenza di ogni cosa, così del pari Gesù ha voluto significare con ciò non la sua
ignoranza, bensì quella di coloro che pensavano che egli non fosse il Cristo e
ritenevano che sarebbe morto e rimasto negli inferi come un uomo qualsiasi.
Ciò che viene
dopo: Ma tu, tu abiti nel luogo santo, o lode, o Israele (Sal 21,4),
significava che egli doveva compiere cose degne di lode e di ammirazione; che,
dopo la sua crocifissione, doveva risuscitare il terzo giorno, la qual cosa gli
proviene dal Padre. Che si chiami Giacobbe e Israele, invero, l`ho già
dimostrato; e non solo ho provato, nella benedizione di Giuseppe e di Giuda,
che gli eventi della sua vita sono proclamati nel mistero, ma ancora nel
Vangelo (cf. Mt 11,27) sta scritto che egli ha detto: Tutto mi è
stato dato dal Padre mio, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio, né il
Figlio se non il Padre e coloro ai quali il Figlio vorrà rivelarlo (Lc
10,22; Mt 11,27). Egli ci ha dunque svelato tutto ciò che per sua
grazia noi comprendiamo delle Scritture; sappiamo che egli è il primogenito di
Dio, anteriore ad ogni creatura (Col 1,15), figlio dei patriarchi in
quanto divenuto carne da una vergine della loro razza; ha sopportato di farsi
carne, uomo senza bellezza, senza gloria e sofferente (cf. Is 53,2ss).
Di modo che
lui stesso diceva nei suoi discorsi (cf. Mt 16,21), quando accennava
alle sue future sofferenze che era necessario che il Figlio dell`uomo
soffrisse molto, che venisse ricusato dai farisei e dagli scribi, che venisse
infine crocifisso e risuscitasse il terzo giorno (Mt 16,21). Si
definiva dunque Figlio dell`uomo, vuoi a causa della nascita da una vergine
che, come ho già detto, era della stirpe di David, di Giacobbe, di Isacco e di
Abramo, vuoi perché Adamo stesso era padre di quelli che sono stati enumerati e
da cui discende Maria attraverso la sua stirpe; sappiamo infatti che coloro che
hanno generato delle femmine sono padri anche dei figli che sono nate da
queste.
Ad uno dei
discepoli che, per rivelazione del Padre, lo aveva riconosciuto come Figlio di
Dio, come Cristo, e che si chiamava allora Simone, egli dette il soprannome di
Pietro. Lo vediamo ancora chiamato Figlio di Dio nelle Memorie degli apostoli;
quando lo diciamo suo Figlio, noi comprendiamo che lo è e che è uscito dal
Padre prima di tutte le opere, per la Potenza e la Volontà di quest`ultimo. E`
pure detto Sapienza giorno, aurora, spada, pietra, bastone di Giacobbe, Israele
e in altre maniere ancora nelle parole dei profeti. Noi comprendiamo, infine,
che egli si è fatto uomo da una vergine, di modo che è per la via stessa in cui
era iniziata che fu messa fine alla disobbedienza venuta dal serpente. Eva era
vergine, senza corruzione: concependo la parola del serpente, ella partorì la
disobbedienza e la morte. La vergine Maria concepì invece fede e gioia quando
l`angelo Gabriele le annunciò la buona novella che lo Spirito del Signore
sarebbe sceso su di lei, e che la Potenza dell`Altissimo l`avrebbe ricoperta
della sua ombra, e che a causa di ciò l`Essere santo che sarebbe nato da lei
sarebbe stato Figlio di Dio; e lei rispose: Avvenga di me secondo la tua
parola (Lc 1,38). Fu dunque partorito da lei colui di cui, come
abbiamo dimostrato, parlano tanto le Scritture, colui per mezzo del quale Dio
distrugge il serpente con gli angeli e gli uomini che gli somigliano, e libera
dalla morte coloro che fanno penitenza delle loro cattive azioni e credono in
lui.
Ed ecco
appunto il seguito del Salmo che dice:
Cristo tutto riconduce al Palre suo.
In te hanno
sperato i nostri padri,
in te hanno
sperato e tu li hai liberati;
verso di te
hanno gridato e tu li hai salvati;
in te hanno
sperato,
e non sono
rimasti confusi.
Quanto a
me, io sono un verme, non un uomo,
obbrobrio
degli uomini e rifiuto del popolo (Sal 21,5-7).
Qui,
manifestamente, egli proclama che i suoi padri hanno sperato in Dio, sono stati
salvati da lui; quei padri erano anche padri della Vergine dalla quale egli fu
generato e divenne uomo.
(Giustino, Dialog.,
99, 1-101)
Comunità monastica di Pulsano
Luca 1,26-38; Genesi 3,9-15.20; Salmo 97; Efesini 1,3-6.11-12
Luca 1,26-38; Genesi 3,9-15.20; Salmo 97; Efesini 1,3-6.11-12
Nessun commento:
Posta un commento