lunedì 15 dicembre 2014

L’aquila e il sole


Non dite mai fanciulli, come altri hanno detto: 
“ Dio non mi considera perché sono troppo piccolo; Egli vede troppe cose grandi per poter vedere me”.
L’aquila, dall’alto d’un monte, disse un giorno al sole:
“Perché illuminare più in basso di questa vetta?
A che serve rischiarare quei prati, quelle gole oscure e sciupare i tuoi raggi sull’erba?
L’impercettibile muschio è indegno di te!”
“Uccello, disse il sole, vieni e sali con me!”
L’aquila, innalzandosi fra le nubi in compagnia dell’astro, vide la montagna a mano a mano abbassarsi e, quando raggiunse il muovo orizzonte, al suo occhio confuso tutto apparve allo stesso livello.-
“Ebbene ! disse il sole; vedi tu, uccello superbo, se per me la montagna è più alta dell’erba?
Ai miei occhi nulla è grande o piccolo: la goccia d’acqua mi appare come l’oceano, poiché di tutto ciò che vedo, io sono l’astro e la vita
Come l’alto cedro, l’erba mi glorifica e il mio raggio si profuma, posandosi sui fiori”
Allo stesso modo Dio guarda la natura con occhio per tutti uguale, Benedite dunque, fanciulli, se il vostro cuore comprende quest’occhio che vede l’insetto e per il quale ogni cosa è grande.


LaMartine

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