mercoledì 27 giugno 2018

Presso Dio la morte è davvero un sonno



Tutte le letture evangeliche, fratelli carissimi, ci offrono i grandi beni della vita presente e della futura. Ma la lettura di oggi compendia tutto ciò che concerne la speranza ed esclude ogni motivo di disperazione. Ora però parliamo del capo della sinagoga che, mentre conduce Cristo da sua figlia, offre modo a una donna di giungere al Cristo. La lettura odierna comincia così: «Si recò da lui uno dei capi; gli si gettò ai piedi e lo pregava con insistenza: La mia figlioletta è agli estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva» (Mc 5,22.23).
Conscio del futuro, il Cristo non ignorava che gli sarebbe venuta incontro quella donna: da lei il capo dei Giudei avrebbe imparato che Dio non ha bisogno di spostarsi da un luogo all'altro, né di essere condotto per una strada, o sollecitato per una presenza fisica; ma si deve credere che Dio è presente in ogni luogo, interamente, ovunque e sempre, e che può far tutto col solo volere, senza fatica: dare la forza, non toglierla; sottrarre alla morte con un comando, non con la mano; rendere la vita con un ordine, non con la medicina.
«La mia figlioletta è agli estremi; vieni» (Mc 5,23). Come dire: ancora permane il calore della vita, ancora si vede una parvenza di respiro, lo spirito non è uscito ancora, il signore della casa ha una figlia, il regno dei morti non ha ancora visto la fanciulla: affrettati, dunque, per trattenere l'anima che sta per uscire dal suo corpo. Stolto, credette che Cristo non potesse risuscitare la fanciulla se non prendendola per mano. Perciò Cristo quando giunse alla casa e vide che la fanciulla era per essi come ormai perduta, per muovere alla i fede gli animi increduli, dice che non è morta ma dorme: affinché credessero che era più facile risorgere dalla morte che dal sonno. Disse: «La bambina non è morta, ma dorme» (Mc 5,39).
Per Dio la morte è veramente un sonno, perché lui fa risorgere alla vita più prontamente di uno che dormendo sia svegliato da un altro; e Dio infonde il calore vivificante alle membra gelide di un morto più rapidamente di quanto un uomo possa far ritornare l'energia in persone immerse nel sonno. Ascolta l'Apostolo: «In un istante, in un batter d'occhio, i morti risorgeranno» (1 Cor 15,52):
Il beato apostolo, non avendo trovato parole per esprimere l'istantaneità della risurrezione, lo fece con esempi. Con quale brevità avrebbe potuto narrare l'immediatezza della risurrezione, quando la potenza divina previene anche questa? E in che modo si potrebbe parlare del tempo, quando i beni eterni ci vengono donati senza limite di tempo? Come il tempo ha in sé il provvisorio, così l'eternità non ha tempo.

dai discorsi

Nessun commento:

Posta un commento