giovedì 10 marzo 2011

Il Signore discerne i pensieri e le intenzioni del cuore

Dai «Trattati» di Baldovino di Canterbury, vescovo
(Tratt. 6; PL 204, 466-467) 


Il Signore conosce i pensieri e le intenzioni del nostro cuore. Senza dubbio egli li conosce tutti, mentre noi solo quelli che ci è concesso di percepire per il dono del discernimento.
Il nostro spirito infatti non conosce tutto ciò che si trova nell'uomo, e riguardo ai suoi pensieri che, consapevole o meno, percepisce, non sempre intende come le cose stiano in realtà. 
Anche quelle cose che scopre con gli occhi della mente, non le distingue nitidamente a causa di una certa caligine che ha sempre davanti agli occhi.
Spesso, infatti, o il nostro stesso giudizio o quello di altri o anche il tentatore ci presentano come buono e santo ciò che all'occhio di Dio non è per nulla degno di premio. 
Vi sono contraffazioni di vere virtù, come anche di vizi, che ingannano e abbagliano gli occhi della mente con immagini ingannevoli, talmente che spesso appare bene il male e il male bene.
Questo fa parte della nostra miseria e della nostra ignoranza, che dobbiamo molto deplorare e molto temere.
Sta scritto infatti: Vi sono strade che sembrano buone all'uomo, ma che invece conducono all'abisso (cfr. Pro 16, 25).
Per farci evitare questo pericolo, l'apostolo Giovanni ammonisce dicendo: «Mettete alla prova le ispirazioni, per saggiare se provengono veramente da Dio» (1 Gv 4, 1).
Chi mai può esaminare le ispirazioni, se vengono da Dio, se non gli è stato dato da Dio il loro discernimento, così da poter esaminare esattamente e con retto giudizio i pensieri, le disposizioni, le intenzioni dello spirito? Il discernimento infatti è come la madre di tutte le virtù ed è necessario a tutti nel guidare la vita, sia propria che altrui.
E' giusto il proposito di fare le cose secondo la volontà di Dio. E' virtuosa l'intenzione che si dirige semplicemente verso il Signore. La nostra vita e ogni nostra azione saranno luminose solo se l'occhio sarà semplice. Ora l'occhio semplice è occhio, ed è semplice. E' occhio perché vede per mezzo di un retto sentire cosa si deve fare, ed è semplice perché agisce con pia intenzione escludendo la doppiezza.
Il retto sentire non cede all'errore. La pia intenzione esclude la finzione. Questo è dunque il discernimento, l'unione del retto pensiero e della virtuosa intenzione.
Tutto quindi si deve fare nella luce del discernimento, come sta in Dio e sotto lo sguardo di Dio.

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