(Disc. 4, 1. 3-4; PL 183, 47-49).
Fratelli, celebrate come si conviene, con grande fervore di
spirito, l'Avvento del Signore, con viva gioia per il dono che vi viene fatto e
con profonda riconoscenza per l'amore che vi viene dimostrato.
Non meditate però solo sulla prima venuta del Signore,
quando egli entrò nel mondo per cercare e salvare ciò che era perduto, ma anche
sulla seconda, quando ritornerà per unirci a sé per sempre.
Fate oggetto di contemplazione la doppia visita del Cristo,
riflettendo su quanto ci ha donato nella prima e si quanto ci ha promesso per
la seconda. «E' giunto infatti il momento», fratelli, «in cui ha inizio il
giudizio a partire dalla casa di Dio» (1 Pt 4, 17). Ma quale sarà la sorte di coloro
che rifiutano
attualmente questo giudizio? Chi infatti si sottrae al
giudizio presente in cui il principe di questo mondo viene cacciato fuori,
aspetti, o, piuttosto, tema il Giudice futuro dal quale sarà cacciato fuori
insieme al suo principe. Se invece noi ci sottomettiamo già ora al doveroso
giudizio, siamo sicuri, e «aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il
quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo
glorioso» (Fil 3, 20-21). «Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno
del Padre loro» (Mt 13, 43).
«Il Salvatore trasfigurerà» con la sua venuta «il nostro
misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso» solo se già prima troverà
rinnovato e conformato nell'umiltà al suo il nostro cuore. Per questo dice:
«Imparate da me che sono mite ed umile di cuore» (Mt 11, 29). Considera in
queste parole la doppia specie di umiltà, quella di conoscenza e quella di
volontà. Quest'ultima qui viene chiamata umiltà di cuore. Con la prima
conosciamo il nostro niente, come deduciamo dall'esperienza di noi stessi e
della nostra debolezza. Con la seconda rifiutiamo la gloria fatua del mondo.
Noi impariamo l'umiltà del cuore da colui che «spogliò se stesso, assumendo la
condizione di servo» (Fil 2, 7), da colui che, quando fu richiesto per essere
fatto re, fuggì; invece quando fu ricercato per essere coperto di oltraggi e
condannato all'ignominia e al supplizio della croce, si offrì di propria
spontanea volontà.
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