di san Carlo Borromeo, vescovo.
(Lettera sopra l'Avvento. Acta Ecclesiae Mediolanensis, t.
3, p. 481;
riproduzione testuale,
eccettuate le parole latine)
«Eccovi, amatissimi figliuoli, quel tempo così celebre e
solenne. "Tempo", come dice lo Spirito Santo, "favorevole".
Tempo di salute, di pace e di riconciliazione. Tempo, che come fu con tanti
sospiri sommamente desiderato da quegli antichi patriarchi e santi profeti,
come all'ultimo, con allegrezza grande, veduto da quel giusto Simeone, come
sempre solennemente celebrato dalla santa Chiesa, così ha da essere da noi
piamente santificato, con lodare e ringraziare perpetuamente il Padre eterno
della sua infinita misericordia nel mistero di questo tempo, cioè nella venuta
del suo unigenito Figliuolo, che, per smisurato amore verso di noi peccatori,
egli mandò per liberarci dalla tirannide del demonio, per invitarci al cielo,
per comunicarci i secreti celesti, per dimostrarci la verità, per insegnarci i
costumi, per seminare in noi le virtù, per arricchirci dei tesori della sua
grazia e per farci figliuoli suoi, eredi e possessori della vita eterna.
Questo mistero mentre ogni anno la Chiesa celebra, ella ci
ammonisce a tener perpetua memoria di così gran carità usataci dal
misericordioso Dio; e insieme ci insegna che la venuta del Signore non fu
solamente per quelli, che avanti o che allora si trovarono nel mondo quando
egli venne, ma la virtù d'essa resta sempre per beneficio di tutti noi ancora,
se per mezzo della santa fede e dei divini sacramenti vorremo ricevere la
grazia che ci ha portata, e secondo quella ordinare la vita nostra sotto la sua
obbedienza. Vuole ancora che intendiamo che si come egli venne una volta in
carne al mondo, così, se per noi non resta, è per venire ogn'ora, anzi in ogni
momento, ad abitare spiritualmente nell'anime nostre, con abbondanti doni.
Perciò la
Chiesa , come madre pia e zelante della nostra salute, in
occasione di questo sacro tempo, con inni, cantici e altre voci dello Spirito
Santo, e misteriosi riti, ci istruisce perché riconosciamo il beneficio con
animo grato e lo riceviamo con frutto e procuriamo di fare alla venuta del
Signore nei cuori nostri non minor preparazione di quella che faremmo s`egli
avesse a venire di presente al mondo; né minore di quella che perciò fecero già
i santi Padri del Vecchio Testamento, e che con parole e esempi loro
insegnarono a noi ancora di fare».
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