martedì 2 settembre 2014

I’ mi trovai, fanciulle


I’ mi trovai, fanciulle, un bel mattino 
di mezzo maggio in un verde giardino. 

Erano intorno vïolette e gigli 

fra l’erba verde, e vaghi fior novelli, 

azzurri, gialli, candidi e vermigli: 
ond’io porsi la mano a côr di quelli 
per adornare e mie biondi capelli, 
e cinger di grillanda el vago crino. 
Ma poi ch’i’ ebbi pien di fiori un lembo, 
vidi le rose, e non pur d’un colore; 
io colsi allor per empier tutto el grembo, 
perch’era sì soave el loro odore 
che tutto mi senti’ destar el core 
di dolce voglia e d’un piacer divino. 
I’ posi mente quelle rose allora: 
mai non vi potrei dir quanto eron belle! 
Quale scoppiava dalla boccia ancora 
quale eron un po’ passe e qual novelle. 
Amor mi disse allor: “Va’ co’ di quelle 
che più vedi fiorire in sullo spino”. 
Quando la rosa ogni sua foglia spande, 
quando è più bella, quando è più gradita, 
allora è buona a mettere in ghirlande, 
prima che suo bellezza sia fuggita. 
Sì che, fanciulle, mentre è più fiorita, 
cogliàn la bella rosa del giardino. 




Angelo Poliziano

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