domenica 13 marzo 2016

I singoli precetti erano legati al loro tempo


Nota quali precetti dovessero servire solo al loro tempo e ad esso fossero adattati, e non lasciarti sconcertare se odi detti scritturistici contrari l’uno al l’altro. 
Per esempio un detto suona così:
«Voglio i sacrifici»,
un altro: 

«Odio i sacrifici». 
Un detto dice ancora: 
«Purifica i cibi da ciò che è impuro»,
 un altro:
«Mescolali e mangiali». 

Un altro ancora:
 «Osserva le feste!»
 un altro: 
«Io profano le feste». 
Un detto suona:
 «Santifica ii giorno sacro», 
un altro: 
«Io abbomino i sabati».
Un detto dice: 
«Circoncidi ogni maschio», 
e un altro: 
«Abbomino la circoncisione». 
Quando odi ciò, renditi conto, ragionando, della diversità, e non lasciarti sconvolgere come molti che il demonio avvolge fra le sue spire!
Senti dunque: i detti scritturistici sono usciti da una sola bocca, diretti però a generazioni diverse. 

Un detto si rivolge a una generazione, quella generazione svanisce e il precetto con lei; giunge un’altra generazione, ed ecco un altro detto che gli impone una nuova legge. 
I detti rivolti a tutte le generazioni si sommano e ammucchiano per l’ultima generazione. 
Ora si fanno avanti dei pazzi che spiegano la contraddittorietà di questi detti ammettendo diversi dèi, quali loro autori: essi non vedono che le singole generazioni sono diverse l’una dall’altra, e distinte anche nel loro modo di agire. 
E’necessario che a tutte le generazioni vengano date le disposizioni corrispondenti, ed ecco perciò ad ogni generazione detti stimolanti alla pietà, rivolti ai suoi figli. 
Ma in tal modo questi detti si sono moltiplicati ed ammucchiati; il cumulo di detti sconvolge gli insipienti, tanto che si staccano dall’unico Iddio.
Molti furono i detti dei profeti, miranti a curare le infermità; tutte le medicine possibili furono usate contro la malattia della caducità. 

Vi sono precetti che perdono l’efficacia quando i mali precedenti non sono più attuali; e ve ne sono altri, invece, che sussistono, perché anche i mali sussistono. 
Gli apostoli e i profeti sono medici delle anime: essi prescrivono i mezzi corrispondenti alla miseria dell’umanità; preparano le medicine per le malattie caratteristiche della loro generazione. 
Le loro medicine servono sia dopo che prima, perché vi sono malattie che sono proprie di qualche generazione e vi sono malattie comuni a tutte le generazioni.
E contro le malattie nuove, essi prescrissero medicine nuove; per le malattie sussistenti in tutte le generazioni, essi porsero sempre le stesse medicine.
Così fu dato il precetto: 

«Non rubare!». 
E’una malattia che continua, perciò continua anche il rimedio. Fu dato anche il precetto della circoncisione: quella malattia è svanita, perciò è venuto meno anche il rimeidio.
Si porse ai circoncisi uno strumento contro malattie che sarebbero sorte; ma tali strumenti, adatti contro malattie precedenti, ora sono diventati inutili, perché queste malattie oggi piùnon si riscontrano. 
Non v’è più il danno da esse causato, perciò il rimedio è diventato inutile.
Così oggi i precetti del sabato, della circoncisione e della purità levitica sono superflui per noi; agli uomini invece di quei tempi erano senz’altro utili. 

Ai primi uomini erano inutili, perché essi erano sani per la conoscenza; anche a noi, ultimi uomini, sono inutili, perché siamo sani per la fede. 
Servirono solo agli uomini del periodo intermedio, perché erano aggravati dal paganesimo.

Dal De fide, 40-42

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