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Marco 14,12-16.22-26; Esodo 24,3-8 Salmo 115 Ebrei 9,11-15
«Ora, mentre essi
mangiavano, Gesù prese il pane e lo spezzò» (Mt 26,26). Perché istituì questo mistero nel tempo della Pasqua? Per mostrarci con ogni suo atto
che egli è il legislatore dell'Antica Alleanza e che tutto quanto è contenuto in essa fu adombrato in
vista della nuova. Dov'era la figura,
Cristo stabilisce la verità. Qui, la sera indica la pienezza dei
tempi,in cui gli avvenimenti stanno per avere ormai la loro conclusione. Gesù rende grazie, per insegnarci come
dobbiamo celebrare questo mistero e per farci intendere che va volontariamente alla passione affinché
anche noi sappiamo soffrire tutto con rendimento di grazie; e in seguito a questo, c'infonde la santa
speranza. Se infatti la figura potè liberare da una così grande schiavitù,quanto più la realtà libererà tutta la
terra e beneficherà il genere umano. Per questo motivo Gesù non istituisce prima questo mistero, ma lo
realizza nel momento in cui devono
cessare le prescrizioni legali. Abolisce così la più importante
delle feste giudaiche,trasferendo i suoi discepoli a un'altra mensa infinitamente più sacra e dice:«Prendete e mangiate; questo è il mio
corpo, che è dato per voi» (Mt 26,26; Lc 22,19).
Come mai non s i sono turbati udendo queste parole? Perché già
prima Cristo aveva detto loro molte e grandi cose di questo sacramento. Perciò ora non ne dice di più,
dato che ne hanno sentito parlare a sufficienza. Dichiara invece la causa della passione, cioè la
remissione dei peccati. E chiama il calice la «Nuova Alleanza nel mio sangue» (1 Cor 11,25), cioè il sangue
della promessa e della legge nuova. L'aveva infatti già promesso in antico, ed è appunto questo sangue
che stipula la Nuova Alleanza. Come l'Antico Testamento offriva pecore e vitelli,cosi il Nuovo offre
il sangue del Signore. Inoltre con tali parole, Gesù manifesta che la sua fine è prossima: per questo
parla di Testamento, e ricorda anche l'Antico; quello pure infatti era stato stipulato per mezzo del
sangue. E indica la causa della sua morte
dichiarando che il suo sangue sarà «versato per molti, in remissione dei
peccati» (Mt 26,28). Aggiunge infine; «Fate questo in
memoria di me» (Lc 22,19). Osservate
come ritrae e allontana gli apostoli dalle osservanze giudaiche; come se dicesse: celebravate la Pasqua a
ricordo dei miracoli operati da Dio in Egitto, ora invece fate questo in mia memoria. Quel sangue fu
sparso per la salvezza dei primogeniti; questo sarà versato per la remissione dei peccati dell'umanità
intera. «Questo è il mio
sangue dell'alleanza,versato per molti in remissione dei peccati » (Mt 26,28) Disse ciò anche per mostrare che la passione e la croce sono un mistero e
per confortare in tal modo nuovamente i suoi discepoli. E come un tempo Mose disse: «Voi osserverete questo comando con un
rito fissato per sempre» (Es 12,24), così ora il Signore: Fate questo in memoria di
me,finché io venga (cfr 1 Cor 11,24.25). Perciò affermava: «Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi» (Lc 22,15), cioè ho desiderato donarvi queste nuove realtà, e darvi
una Pasqua con cui vi renderò uomini
spirituali. E anche lui ne bevve. Per evitare che udendo tali
parole dicessero: Come? Beviamo sangue emangiamo carne? E perché non si turbassero, com'era accaduto tempo
prima quando aveva parlato di questi misteri e molti si erano scandalizzati a quelle parole,
egli stesso per primo ne dà l'esempio, inducendoli a partecipare con animo sereno a questi misteri. Per
questo dunque, bevve egli stesso il proprio sangue.
Dalle «Omelie su Matteo» di san Giovanni Crisostomo, vescovo.
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