Il Signore, volendo definire l’ufficio particolare dei servi
da lui preposti al suo popolo disse: «Qual è dunque l’amministratore fedele e
saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo
debito la razione di cibo? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà
al suo lavoro»… Se ci domandiamo quale sia questa razione di cibo, ce la fa
vedere il beato apostolo Paolo quando dice: «Ciascuno secondo la misura di fede
che Dio gli ha dato» (Rm 12,3). Quella che Cristo chiama razione di cibo, Paolo
chiama misura di fede, perché comprendiamo che il cibo spirituale non è altro
che il venerabile sacramento della fede cristiana. Noi vi diamo nel nome del
Signore questa razione di cibo ogni volta che, illuminati dal dono della grazia
spirituale, vi parliamo secondo i dettami della vera fede; e voi ricevete la
medesima razione di cibo dalle mani degli amministratori del Signore, quando
ogni giorno ascoltate la parola di verità dai ministri di Dio.
Sia il nostro nutrimento, questa razione di cibo che Dio ci
dà. Traiamone l’alimento della nostra retta condotta per giungere alla
ricompensa della vita eterna. Crediamo in colui che dà se stesso a noi in cibo
perché non veniamo meno lungo la strada (Mt 14,32), e che riserva se stesso per
essere la nostra ricompensa, perché troviamo la gioia nella patria. Crediamo e
speriamo in lui. Amiamolo al di sopra di tutto e in tutto. Cristo infatti è il
nostro alimento e sarà la nostra ricompensa. Cristo è il cibo e il conforto dei
viaggiatori in cammino; è la sazietà e l’esultanza dei beati nel loro riposo.
San Fulgenzio di Ruspe (467-532), vescovo in Africa del Nord
Discorsi, I, 2-3 ; CCL 91 A , 889
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