giovedì 13 febbraio 2014

Smog




Con l'insano fervore
che costringe ad esistere le cose,
cupamente,
stasera,
l'ora si sgretola
da campanile:
suona... suona... suona..
e subito s'annega
nel magma incolore
di quel viscido, opaco
e molle grigiore,
che lurido olezza
di vita già vissuta,
di assenza d'ogni forma,
di fuga dalla sorte,
di mute sensazioni,
di annunci torpidi
di morte.
Neri, neri, neri
s'addensano i pensieri
confusi, indistinti,
ciechi,
che s'urtano fra loro
privi già come sono
del più tenue barlume
di qualunque speranza.
S'ode solo, spettrale,
passar la coscienza
di quell'IO senza nome
che è nell'ombra d'ognuno,
ma stanca, agonizzante,
senza un sorso di luce
e neppure l'ineffabile riflesso
d'un lampo d'amore.


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