venerdì 19 settembre 2014

Popolo contro popolo, uomo contro uomo



Sono angosciata, o Dio, dalla violenza che ogni giorno vediamo scatenarsi: popolo contro popolo, uomo contro uomo, uomo contro natura; è un lungo elenco che tu conosci ma che vorrei qui ricordarti, per ricordarlo a me.
Perché tu, di questi pro-memoria, non hai bisogno ma io invece si; e il farli davanti a te mi aiuta a renderli preghiera.
Penso, Signore, al prepotere del potere (e quanto raramente il potere si arresta nei suoi giusti confini di efficiente capacità, e quanto spesso invece ne esorbita, facendosi arroganza e oppressione!)
Penso agli stati che vogliono prevalere sugli altri, schiacciando popoli e minoranze. E non entro in esemplificazioni, altrimenti ci sarà poi qualcuno che mi accusa di buttar le cose in politica  (ma quando mai la giustizia è politica e la politica non esige giustizia?)
E penso ai governi che, al loro interno, pretendono sottomissione totale e compiono vendette di stato, se un cittadino esercita il diritto (che è poi spesso un dovere) di onesta critica e di onesta opposizione.
Penso ai prigionieri politici innocenti  (e ce ne sono lontani e vicini; e non fa bisogno di passar molte frontiere per trovarne);
penso ai tanti in attesa di giudizio, per anni; e che poi magari risultano innocenti e ricevono –se va bene- tiepide scuse; e poi escono bollati da una colpa inesistente e quasi sempre rifiutati dalla gente  “perbene” che, con la giustizia, non ha avuto niente da spartire perché si è fatta qualunquisticamente i fatti propri,  senza occuparsi della cosa pubblica.
Per tutte queste violenze internazionali e nazionali, perpetrate dalla polisca oppressiva,
ti scongiuro, Signore.
·    -   Strappa dal petto dei capi il cuore pietrificato dal potere e metti, al posto suo, un cuore di carne, come dice il profeta:  da loro senso di giustizia, animo di comprensione, viscere di compassione: che gli avversari non siano trattati da nemici e che i nemici non siano trattati  da mostri solo da eliminare.E non è neanche facile, Signore, distinguere tra avversario politico e nemico; ma anche a questi avversari, o nemici che siano, dona serenità nel giudizio, lealtà nella lotta, rispetto degli innocenti e perdono dei colpevoli

E penso, Signore, alla violenza più privata dell’uomo contro l’uomo: ai bambini seviziati, alle donne stuprate, agli inabili emarginati da questa civiltà dell’efficienza, solita a misurare l’uomo dalla sua capacità di produrre. Una civiltà nella quale il bambino, il vecchio il minorato valgono poco perché poco, o niente producono. Anche il poeta vale poco, a meno che il suo prodotto letterario non diventi un fatto editoriale e una voce di mercato.
·      - Facci comprendere Signore, il valore dell’uomo, secondo solo a Te; e come  mettersi dalla sua parte è mettersi dalla parte tua che hai voluto “sposarlo” e farti, nel Cristo, suo consorte e fratello.

Penso, Signore, alle violenze perpetrate contro questo nostro meraviglioso mondo che stiamo avvelenando nell’aria, nell’acqua, nella terra; e il veleno sale nella verdura dell’orto  e torna a noi. Quegli innocenti cespi d’insalata, che giungono sulle nostre tavole, sono carichi della nostra violenza.
C’è un’inquinamento legato al problema demografico (ed è un problema che dovremo pur affrontare in termini di smagato realismo), ma c’è un’inquinamento legato alla nostra avidità: perché pretendiamo dalla terra più di quanto può dare.
E c’è un inquinamento energetico -altro problema da risolvere- che vuole tutto senza pagare nulla.
·       -Dacci rispetto, Signore, per la nostra terra, per i nostri animali;
·      - dacci amore per tutte le creature grandi e piccole che hai messo sulla nostra strada.
·      - Fa che non sia il puro criterio del guadagno a guidarci, ma la considerazione dell’armonia dell’universo. Perché la violenza comincia da lontano e dal poco: quando strappiamo, con disattenzione o disprezzo, un filo d’erba: magari un filo che va anche strappato, per lasciar posto a un altro filo, a un'altra pianta che ne patisce danno; ma va strappato con amore. Anche gli animali. Non voglio qua discutere il vegetarianesimo ma, posto che sia lecito uccidere la bestia, è lecito solo se si fa con dolore e con partecipazione.
·     -  Insegnaci, Signore un’educazione alla non violenza che sia un’educazione al rispetto e all’amore degli uomini delle cose e di te.
Adriana #Zarri

Tratto dal libro “quasi una #preghiera” 

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